Il rapporto IPCC tratteggia un pianeta devastato da alluvioni, incendi e disastri ambientali

Iniziati ieri i lavori dell’IPCC per l’approvazione del rapporto punto di partenza per accelerare la lotta ai cambiamenti climatici

Iniziati ieri i lavori dell’IPCC per l’approvazione del rapporto che sarà il punto di partenza per vertici e incontri che si terranno in tutto il mondo e che dovrebbero accelerare le azioni per la lotta ai cambiamenti climatici.

Al via ieri i lavori dell’Intergovernmental Panel on Climate Change sul rapporto (che sarà pubblicato nel marzo del prossimo anno) in relazione ai cambiamenti climatici: il lavoro mostra gli ultimi progressi della ricerca scientifica in fatto di crisi climatica e riscaldamento globale, fornendo inoltre schemi e grafici aggiornati del sistema climatico globale e di come questo stia mutando sempre più repentinamente. I dati relativi agli eventi metereologici recenti (si pensi alle alluvioni abbattutesi sulla Germania, al caldo torrido che ha investito il Canada, alle piogge devastanti in Cina) sono un campanello d’allarme che non può più essere ignorato.

Il cambiamento climatico è già molto visibile. Non dobbiamo dire alla gente che esiste. Stiamo assistendo a eventi più estremi. Ondate di caldo, siccità e inondazioni in Europa e in Cina. Il massiccio riscaldamento nell’Artico sta influenzando le dinamiche atmosferiche nell’emisfero settentrionale, come evidenziato dai sistemi meteorologici stagnanti e dai cambiamenti nel comportamento della corrente a getto – afferma senza mezzi termini il segretario generale dell’Organizzazione Mondiale del Clima, Petteri Taalas.

(Leggi anche: Alluvioni e catastrofi naturali colpiranno l’Europa sempre più spesso, secondo questo studio)

Sono trascorsi quasi quattro anni dall’ultimo report (2017), e nel frattempo il mondo è stato sconvolto da un’imprevedibile pandemia e da un conseguente collasso economico. Molto è stato fatto dalle nazioni e dalle associazioni anche per il contrasto al cambiamento climatico – si pensi ad esempio al recente accordo sulla neutralità climatica entro il 2050, o l’impegno mostrato da multinazionali e imprese private (che rappresentano il 20% delle emissioni di CO2) a rispettare di più i principi ambientali, o anche la scelta di fonti energetiche alternative e sostenibili – ma non è abbastanza.

Il lavoro dell’IPCC è volto a comprendere l’entità dei danni derivanti dal riscaldamento globale e al contempo i rischi per la nostra salute e la nostra incolumità. Nessun paese del mondo è immune dai cambiamenti climatici – lo abbiamo visto e ne abbiamo pagato caro il prezzo con centinaia di vittime in tutto il mondo. È necessaria l’azione (urgente) di tutti per affrontarli: le decisioni prese e attuate quest’anno determineranno la possibilità o meno di limitare il riscaldamento globale 1,5° C al di sopra dell’era preindustriale entro la fine del secolo. Se si continuano i ritmi di inquinamento odierni, si prevede un aumento di ben 3°C delle temperature medie globali.

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Fonte: IPCC

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