Divieto europeo per la plastica monouso, la UE fa parziale dietrofront con il plauso e la soddisfazione del Ministro Cingolani

Il parziale ripensamento dell’Ue sulla direttiva plastica monouso fa esultare il nostro Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani

Il parziale ripensamento dell’Ue sulla direttiva plastica monouso fa esultare il nostro Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani

Dal 3 luglio entra in vigore la Direttiva Ue che bandisce posate e bicchieri di plastica monouso, ma non del tutto. Il parziale ripensamento dell’Ue che – incredibile a dirsi – fa esultare il nostro Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Possiamo inquinare un po’ di più e questo è un bene per il Paese.

La transizione ecologica del nostro Paese è un concetto probabilmente poco recepito o recepito in modo “originale”, con un piano per la ripresa che punta alle colate di cemento e alle trivelle più che alla crescita green. Forse non potevamo aspettarci molto quindi.

Sta di fatto che la decisione dell’Ue di ripensare alla direttiva che avrebbe dovuto far bandire la plastica monouso dal 3 luglio fa letteralmente esultare il nostro ministro, proprio quello della transizione ecologica così “originale”.

Cosa dice(va) la Direttiva Ue sulla plastica monouso

A giugno 2019, il Consiglio d’Europa infatti ha adottato la direttiva che dal 2021 doveva completamente vietare la commercializzazione di prodotti in plastica usa e getta tra cui piatti, posate, cannucce, aste per palloncini e cotton fioc.

Uno dei principali obiettivi della direttiva era ridurre la quantità di rifiuti di plastica che creiamo. Gli Stati membri avevano convenuto di raggiungere un obiettivo di raccolta delle bottiglie di plastica del 90% entro il 2029 e di commercializzare solo le bottiglie di plastica con un contenuto riciclato di almeno il 25% entro il 2025 e di almeno il 30% entro il 2030.

I prodotti che dovevano essere completamente banditi erano:

  • Posate di plastica (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette)
  • Piatti di plastica
  • Cannucce di plastica
  • Contenitori per alimenti in polistirolo espanso con o senza coperchio, utilizzati per contenere alimenti destinati al consumo immediato o da asporto
  • Contenitori per bevande in polistirolo espanso
  • Tazze per bevande in polistirolo espanso
  • Prodotti in plastica oxo-degradabile 
  • Bastoncini di cotone di plastica

Ad aprile 2019 l’Italia aveva poi recepito la direttiva, la cui entrata in vigore era prevista il prossimo 3 luglio. (Leggi anche:Ora è ufficiale, l’Italia bandisce posate e bicchieri di plastica monouso dal 2021. Ma non basta)

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©crampinini/123rf

In che consiste il parziale dietro-front dell’Ue

All’Italia impegnata nella ripresa economica post-Covid tutto ciò però non piaceva affatto. Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani aveva già espresso parere negativo su questa legge che aveva definito “assurda”, ritenendo che l’ok alla sola plastica riciclabile non era sostenibile per il nostro Paese (anche qui il concetto di sostenibilità piuttosto “originale”). Di certo non sostenibile per le aziende produttrici sostenute da Confindustria.  E pensare che la stessa legge era sempre stata spalleggiata e sostenuta con entusiasmo dal precedente Ministro Sergio Costa, come ci ricorda anche questo post Facebook:

Il focus del disaccordo dei vari interessi europei erano, di fatto, i prodotti misti.

L’Europa ha dato una definizione di plastica stranissima, solo quella riciclabile – riferiva il ministro all’Ansa – Tutte le altre, anche se sono biodegradabili o sono additivate di qualcosa, non vanno bene.

Per cui, sotto svariate pressioni, l’Ue ha deciso di ripensare la direttiva (per la quale sono state recentemente emanate le linee guida), apportando dei correttivi (ancora in fase di definizione) sulla base del peso. In altre parole se in un prodotto a composizione mista la plastica ha una percentuale considerata “accettabile”, questo è commercializzabile (ad esempio potrebbe essere ok un piatto compostabile ricoperto da una sottile pellicola di plastica). In pratica si potranno produrre stoviglie biodegradabili, ma rivestite di uno strato di plastica.

L’esultanza di Cingolani

In un’intervista rilasciata al Corriere.it, il nostro ministro della Transizione Ecologica ha espresso il plauso per questo parziale dietro-front, considerato un ottimo compromesso.

È stato molto proficuo poter interloquire con il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans e la sua struttura tecnica – dichiara Cingolani – Sono d’accordo sul fatto che bisogna diminuire la plastica il prima possibile. Ma oggettivamente ci sono ora soluzioni di tipo tecnologico, grazie a cui si riesce a creare plastica biodegradabile e biocompostabile, che in futuro potrebbero diventare di largo uso. La direttiva ha allargato ad alcune possibilità e accettato il concetto che questo tipo di tecnologia cresce tanto velocemente quanto il digitale. È stato un esempio di discussione ottima, dell’Europa bella. Ci siamo dati appuntamento nei prossimi mesi per aggiornarci. E in questo modo abbiamo dato respiro alle nostre aziende: la sostenibilità è un equilibrio tra istanze diverse.

La direttiva, e soprattutto il recepimento italiano, non era indubbiamente perfetta. Particolarmente critico appariva, in particolare, l’ok all’immissione sul mercato di prodotti realizzati in plastica biodegradabile e compostabile nel caso in cui non ci fossero alternative alla plastica monouso, che appariva in contrasto con l’incentivo al riuso.

Ma questo ripensamento appare proprio un altro deciso passo indietro: agli equilibri per il Pianeta, ancora una volta, non ci pare proprio ci abbia pensato nessuno.

Fonti di riferimento: Ansa /  Corriere.it

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