Antartide: la plastica raggiunge l’angolo più remoto della Terra (e cambia anche il sesso delle tartarughe)

Dopo aver sporcato l'Artico e persino la Fossa delle Marianne, la plastica è arrivata anche in un altro tra i più remoti angoli del Pianeta: l'Antartico. Qui l'ultima spedizione di Greenpeace ha rilevato grandi quantità di microplastiche e sostanze chimiche nei campioni di acqua e neve esaminati.

Dopo aver sporcato l’Artico e persino la Fossa delle Marianne, la plastica è arrivata anche in un altro tra i più remoti angoli del Pianeta: l’Antartico. Qui l’ultima spedizione di Greenpeace ha rilevato grandi quantità di microplastiche e sostanze chimiche nei campioni di acqua e neve esaminati.

Neanche il Polo Sud è al riparo dalla nostra sporcizia. Il nuovo studio condotto dall’associazione rivela che anche l’ultima “selva del mondo” è contaminata da rifiuti, microplastici e sostanze chimiche pericolose.

Parte dell’inquinamento è stato immediatamente visibile. L’equipaggio ha subito notato i rifiuti legati alla pesca che galleggiavano nelle acque: boe, reti e teli che si muovevano tra gli iceberg.

“Abbiamo rimosso questi oggetti togliendoli dall’acqua quando li abbiamo incontrati. Ma, come mostra la scoperta delle microplastiche, il problema è molto più grande della semplice spazzatura visibile e deve essere affrontato alla fonte” sostiene Greenpeace.

In passato si pensava che le correnti oceaniche attorno all’Antartico agissero come una specie di zona cuscinetto, proteggendo la regione dalla plastica che sta inquinando il resto degli oceani. Così non è. Secondo l’analisi, alcune delle microplastiche provenivano da fonti locali ma non tutte, avvalorando l’ipotesi che la loro origine fosse ben più lontana.

campioni neve greenpeaeFoto: Greenpeace

Le sostanze chimiche rilevate da Greenpeace nei campioni di neve mostrano anche quanto possa essere pervasivo l’impatto dell’umanità. Utilizzate in molti processi industriali e prodotti di consumo, esse sono state collegate a problemi riproduttivi e di sviluppo nella fauna selvatica. I campioni raccolti includevano neve fresca, suggerendo che le sostanze chimiche pericolose venivano depositate dall’atmosfera, quindi non solo attraverso le correnti marine.

foto busta unep

Foto: Unep

… E le tartarughe cambiano sesso

A conferma dei terribili effetti sulla fauna selvatica, un altro recentissimo studio condotto da un gruppo di studenti americani ha scoperto che le microplastiche possono scaldare le acque e le spiagge, alterando i cicli riproduttivi delle tartarughe fino a cambiare il sesso dei nascituri.

Coordinati da Mariana Fuentes, gli studenti hanno preso in esame le microplastiche e i loro effetti sulle tartarughe marine. Come avevano già fatto i ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration, della California State University e del WWF Australia qualche tempo fa per le tartarughe verdi.

uova tartarughe

Il team di ricerca ha scoperto questo fatto inquietante dopo aver quantificato la quantità e il tipo di microplastica nei siti di nidificazione del Golfo del Messico settentrionale, tra St. Joseph State Park e Alligator Point in Florida. Le tartarughe marine depongono le uova nelle zone costiere e l’ambiente in cui nidificano può influenzare il successo della schiusa, il sesso e la dimensione dei piccoli.

In particolare, il sesso delle uova di tartaruga è determinato dalla temperatura della sabbia durante l’incubazione. Quella più calda favorisce la nascita delle femmine mentre quella più fresca favorisce i maschi. Numeri alla mano, le temperature tra 24 e 29,5 gradi C sono maggiormente legate a nascituri di sesso maschile, mentre tra 29,5 e34 gradi C di esemplari femmine.

Poiché le materie plastiche si scaldano quando vengono esposte al calore, le microplastiche possono aumentare la temperatura della sabbia specialmente se di colore scuro. Ciò potrebbe potenzialmente influire sull’ambiente di nidificazione delle tartarughe marine, causando una maggiore nascita di femmine e influenzando il futuro successo riproduttivo della specie.

“Indipendentemente dalle implicazioni, è importante considerare che qualsiasi alterazione del nostro ambiente naturale può essere dannosa per le specie. La buona notizia è che ci sono diversi modi semplici per ridurre la microplasticaha detto Fuentes.

Un ulteriore monito, che arriva alla vigilia della Giornata mondiale dedicata gli oceani.

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Francesca Mancuso

Foto cover: British Antarctic Survey

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