La pipì dell’irace svela i cambiamenti climatici del passato

Come fare a capire l'andamento dei cambiamenti climatici nel corso dei secoli? Non avendo ovviamente registrazioni e studi sulle temperature nella preistoria, gli scienziati dell'Università di Montpellier e quelli della University of Leicester hanno utilizzato una risorsa insolita per indagare il clima antico: l'urina dell'Irace del Capo, noto anche come procavia delle rocce

Come fare a capire l’andamento dei cambiamenti climatici nel corso dei secoli? Non avendo ovviamente registrazioni e studi sulle temperature nella preistoria, gli scienziati dell’Università di Montpellier e quelli della University of Leicester hanno utilizzato una risorsa insolita per indagare il clima antico: l’urina dell’Irace del Capo, noto anche come procavia delle rocce.

L’animale, una specie comune in paesi come la Namibia e il Botswana, è simile ai conigli. Conoscendo alcune vecchie abitudini di tali animali, che sono soliti utilizzare luoghi specifici per fare la pipì – una sorta di bagno pubblico – si sono messi alla ricerca di tali toilette all’aria aperta nella speranza di trovare le antiche urine degli animaletti.

Ma a che scopo? Nelle sostanze organiche rilasciate dell’irace vissuto migliaia di anni fa sono presenti dei “biomarcatori” in grado di fornire indizi utili sul tipo di piante che gli animali mangiavano e quindi sul tipo di ambiente in cui vivevano. I biomarcatori quindi rivelano indirettamente come il clima della regione sia cambiato nel corso degli ultimi 30.000 anni, con un una precisione che va da pochi decenni a qualche secolo. “I record paleoambientali in questo campo erano frammentari”, aveva spiegato qualche anno fa Andrew Carr del Dipartimento di Geografia dell’Università di Leicester. “I cumuli stanno fornendo record terrestri unici”.

Ma come ha resistito l’urina degli antenati dell’irace? Essa cristallizza e si accumula, fornendo una risorsa non sfruttata in precedenza negli studi a lungo termine sul cambiamento climatico. Oggi, a distanza di due anni ecco i primi risultati.

In Africa, dopo l’ultimo scioglimento dei ghiacciai, rimasero grandi stagni di acqua molto fredda con blocchi di ghiaccio. I blocchi si ruppero per via dell’aumento delle temperature e l’acqua fredda si riversò in mare causando un raffreddamento quasi istantaneo. Gli strati di urina indicano dunque che l’Africa si sia raffreddata smentendo i precedenti modelli secondo cui l’Africa meridionale fosse arida circa 12.000 anni fa. Ma a quei tempi l’irace si nutriva di erbe che crescevano solo in climi umidi.

Perché studiare come il clima sia cambiato in passato? Lo scopo è quello di aiutare a costruire modelli in grado di prevedere ciò che potrebbe accadere in futuro, cosa che sta diventando particolarmente importante vista la tendenza al riscaldamento globale che investe il pianeta.

E tutto grazie all’urina dell’irace preistorico.

Francesca Mancuso

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook