Aria più pulita in Pianura Padana: si riducono le polveri sottili

Nella pianura padano-veneta-romagnola si sono registrati dei cali significativi delle concentrazioni di polveri sottili, le Pm10, dall'1 al 4%, con le riduzioni più consistenti negli ultimi 14 anni a Forlì e a Modena

Ecco qui una buona notizia: le polveri sottili in Pianura Padana si sono ridotte. Qui, nella piana padano-veneta-romagnola, regione alluvionale per eccellenza, in base alle aree e alle città si sono registrati dei cali significativi delle concentrazioni di polveri sottili, le Pm10, dall’1 al 4%, con le riduzioni più consistenti negli ultimi 14 anni a Forlì e a Modena.

Sono i dati che emergono da uno studio portato avanti da Alessandro Bigi del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” e dalla professoressa Grazia Ghermandi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics.

Lo studio ha riguardato un territorio piuttosto vasto, che si estende dalla provincia di Torino alla provincia di Padova e poi dalla provincia di Asti a Rimini. In tutto sono stati analizzati i dati raccolti da 41 stazioni di misurazione dell’Arpa presenti sul territorio (nelle regioni dell’Emilia Romagna, della Lombardia, del Piemonte e del Veneto), includendo in gran parte siti di fondo, urbani, suburbani e rurali, o stazioni poste in aree residenziali o nei limiti di parchi cittadini, e alcune stazioni presso incroci molto trafficati.
La densità delle stazioni studiate varia da 1 a 6 per provincia e il loro numero dipende in gran parte dalla densità abitativa e dalle concentrazioni di inquinanti e, in misura minore, dalla longevità della stazione. Per esempio, solo la stazione di Modena presso il quartiere Torrenova ha rilevato il PM10 dal 1998 e per i 14 anni esaminati.

I limiti delle concentrazioni atmosferiche di pm10 stabiliti dalla Ue e recepiti dalla normativa italiana rappresentano una sfida per le municipalità della Pianura Padana, perché questa regione, densamente popolata, ha notoriamente condizioni meteoclimatiche e orografiche sfavorevoli per la qualità dell’aria: infatti i superamenti di tali limiti sono ricorrenti anche nella città di Modena“, dichiara Grazia Ghermandi.

I risultati dicono che, anche se permane una variabilità settimanale del Pm10 legata alle emissioni di origine antropica, si siano registrate diminuzioni significative delle concentrazioni di PM10 su tutto il bacino Padano, variabili dall’1% al 4% ogni anno. Inoltre, è stato dimostrato come queste riduzioni siano state in parte dovute anche ai miglioramenti tecnologici delle sorgenti emissive (ad esempio rinnovo della flotta veicolare, con motori più efficienti e migliori sistemi di controllo delle emissioni), mentre saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio il ruolo di quella parte di particolato che si forma in atmosfera e come si possa intervenire sulle emissioni gas che ne causano la formazione.

L’attenzione sulle polveri sottili è aumentata tantissimo negli ultimi anni, nonostante ci sia stata una notevole diminuzione (anche del 40% in dieci anni) delle concentrazioni di questo inquinante. Questo calo è dovuto soprattutto a miglioramenti tecnologici stimolati da vincoli legislativi più stringenti, ma talvolta non sono percepiti positivamente dall’opinione pubblica, che spesso lamenta la presenza di limitazioni di vario tipo anche se mirate a contenere le emissioni“, ha concluso Alessandro Bigi.

Una novità, dunque, quella delle riduzioni delle Pm10 in Padania che non può che essere confortante se si considera che solo tre anni fa campeggiava la notizia che nella stessa Pianura Padana la speranza di vita si era ridotta di 3 anni proprio per colpa delle polveri sottili.

Germana Carillo

Foto: wikipedia

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