Perforazioni petrolifere in Alaska: via libera a Eni per trivellare l’Artico

Trivelle Eni in Alaska. L'amministrazione Trump ha dato il via libera ai nuovi lavori per l'esplorazione petrolifera nelle acque dello stato americano. Ieri infatti sono stati approvati i permessi per i contratti di affitto che la compagnia ha detenuto per un decennio

Trivelle Eni in Alaska. L’amministrazione Trump ha dato il via libera ai nuovi lavori per l’esplorazione petrolifera nelle acque dello stato americano. Ieri infatti sono stati approvati i permessi per i contratti di affitto che la compagnia ha detenuto per un decennio.

A dare l’ok è stato il Bureau of Safety and Environmental Enforcement(BSEE):

“Lo staff della BSEE dell’Alaska ha condotto una revisione completa e completa del progetto del pozzo Eni, delle procedure di test e del protocollo di sicurezza”, ha dichiarato Mark Fesmire, direttore della BSEE Alaska Region. “L’esplorazione deve essere condotta in modo sicuro e responsabile in relazione all’ambiente artico e continueremo a coinvolgere Eni mentre procede con la trivellazione del suo pozzo esplorativo”.

La perforazione nell’Artico potrebbe iniziare il mese prossimo da Spy Island, un’isola artificiale di ghiaia situata nel mare di Beaufort a circa 4,8 km dalla costa vicino alla baia di Prudhoe. Eni utilizzerà tecniche di perforazione a portata estesa per raggiungere le terre sommerse.

La trivellazione sarà la prima nelle acque artiche federali da quando la Royal Dutch Shell nel 2015 ha creato un pozzo esplorativo nel mare di Chukchi, al largo della costa nord-occidentale dell’Alaska.

L’ex presidente Barack Obama aveva vietato l’esplorazione di petrolio e gas nella maggior parte dell’Oceano Artico ma ad aprile Donald Trump ha ordinato al ministro dell’interno Ryan Zinke di riesaminare il divieto con l’obiettivo di aprire le aree offshore.

Subito si sono scatenate le reazioni delle associazioni e delle popolazioni native dell’Alaska che all’indomani del via libera hanno intentato una causa per mantenere il divieto. Ma già a luglio, il Bureau of Ocean Energy Management aveva dato il proprio benestare mentre adesso è il Bureau of Safety and Environmental Enforcement a sancire la definitiva approvazione dei progetti di Eni in Alaska.

La società italiana dal 2015 è la prima autorizzata a cercare il petrolio offshore nelle acque dell’Alaska. Al lavoro ci sono già di 18 pozzi di produzione.

Eni sta progettando quattro pozzi esplorativi che creerebbero fino a 150 posti di lavoro nella regione e 20.000 barili di petrolio al giorno. Ma a quale prezzo?

Kristen Monsell, avvocato del Center for Biological Diversity ha detto che la trivellazione minaccia la fauna selvatica artica costiera.

“Le trivellazioni offshore minacciano le comunità costiere e la fauna selvatica e ci spingono solo più in profondità nella crisi climatica”.

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“Lo sviluppo responsabile delle risorse nell’Artico è una componente fondamentale per il raggiungimento del dominio energetico americano”, ha affermato la direttrice della BSEE Scott Angelle.

Ma a che prezzo?

Francesca Mancuso

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