60 milioni di persone a rischio fame e povertà a causa di El Niño

Nel 2016 oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo saranno colpite da fame e povertà a causa degli effetti di El Niño, un fenomeno climatico che provoca il forte riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico, determinando in diverse aree del globo fenomeni quali siccità, crollo dei raccolti e scomparsa dei pascoli, con gravi ripercussioni sulle popolazioni.

Nel 2016 oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo saranno colpite da fame e povertà a causa degli effetti di El Niño, un fenomeno climatico che provoca il forte riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico, determinando in diverse aree del globo fenomeni quali siccità, crollo dei raccolti e scomparsa dei pascoli, con gravi ripercussioni sulle popolazioni.

A lanciare l’allarme è Oxfam che, nell’ambito della campagna Sfido la fame, ha pubblicato una mappa interattiva che fotografa i disastrosi effetti di El Niño in 19 Paesi diversi, dall’Africa Orientale agli arcipelaghi del Pacifico, passando per l’America Centrale.

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La comunità internazionale ha ancora tempo per intervenire in aiuto delle popolazioni esposte al rischio e per sostenere i Paesi più vulnerabili, che non sono in grado, da soli, di fronteggiare le crescenti necessità di intervento umanitario. Ma, avverte Oxfam, bisogna fare presto.

“Tutti gli sforzi della comunità internazionale adesso devono concentrarsi nel fornire un’ancora di salvezza alle persone colpite dall’emergenza, almeno fino a quando i raccolti e i fragili pascoli delle zone semiaride non miglioreranno.” – spiega Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia“Servono maggiori fondi per far fronte ai bisogni umanitari immediati, partendo dagli investimenti necessari a favorire un sistema di produzione del cibo che meglio sappia adattarsi all’impatto dei cambiamenti climatici nei paesi poveri.”

“El Niño, reso ancor più micidiale dai cambiamenti climatici, ha causato eventi estremi con temperature molto elevate, siccità e inondazioni.” – continua Barbieri“A pagarne il prezzo sono le comunità più povere che vivono di agricoltura e allevamento, senza mezzi per fronteggiare shock di questa portata.”

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Secondo Oxfam, bisonga intervenire su più fronti, con misure di protezione sociale, programmi per rafforzare la resilienza dei piccoli produttori agricoli e un’azione più incisiva per contrastare il cambiamento climatico.

“La portata di El Niño in tutto il mondo, è la prova che i Paesi ricchi non possono più rinviare il finanziamento delle misure per l’adattamento al cambiamento climatico dei paesi in via di sviluppo.” – conclude Barbieri“Non sono riusciti a farlo in occasione della conferenza sul clima di Parigi dello scorso dicembre. Adesso però, non si può più aspettare.”

È l’Africa il continente più colpito dagli effetti de El Niño. Secondo le Nazioni Unite, nel 2016 ben 50,2 milioni di persone che vivono nell’area si troveranno in condizioni di insicurezza alimentare. Tra i Paesi più esposti c’è l’Etiopia, che sta attraversando la peggiore crisi alimentare degli ultimi trent’anni e in cui, al momento, sono oltre 10,2 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria.

In America Centrale, invece, nel cosiddetto “corridoio arido” che comprende Nicaragua, Honduras, Guatemala e El Salvador, sono già 3,5 milioni le persone che hanno difficoltà di accedere al cibo, a causa del calo delle piogge e del conseguente crollo della produzione agricola. A questi numeri si deve aggiungere la grave situazione di Haiti, colpita dalla siccità sin dal 2014.

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Negli arcipelaghi del Pacifico, infine, sono 4,7 milioni le persone esposte al rischio di siccità, cicloni e precipitazioni irregolari e che, di conseguenza, potrebbero avere difficoltà di accesso al cibo nel corso del 2016.

Ed è a partire da questi dati che Oxfam lancia oggi il suo appello alla comunità internazionale, al fine di scongiurare l’ennesima catastrofe umanitaria annunciata.

Lisa Vagnozzi
Photo Credits: Oxfam

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