Orsi polari senza casa invadono Roma, c’è lo zampino di Greenpeace

Roma invasa dai clochard. Non è l'ultimo allarme lanciato dalla Caritas, ma la nuova provocazione di Greenpeace alla vigilia del G8 affinché vengano presi provvedimenti contro il cambiamento climatico in atto che sta sciogliendo i ghiacciai.

Sì perché i senza-tetto in questione avvistati ieri mattina a Circo Massimo, Castel Sant’Angelo, via della Conciliazione e davanti al Colosseo, erano.. orsi polari. Gli anomali “barboni” mascherati da orsi bianchi, alcuni disorientati in mezzo al traffico, altri sfiniti a terra con tanto di cartello “Vittima del riscaldamento globale“, si sono aggirati per la città eterna, sotto gli occhi stupiti dei romani, alla ricerca di cibo e riparo perché orfani della calotta polare ristretta per effetto del global worming.

E in questo caso neanche il modulo abitativo portatile Wheelly avrebbe potuto aiutarli perché stando a quanto denunciato da Greenpeace la perdita totale della loro casa potrebbe avvenire già dalle estati del 2030, come pure quella dei ghiacciai alpini prevista per il 2050-2070. A quel punto però anche le vittime umane del clima saranno milioni.
La riduzione dei ghiacci artici è la principale causa di perdita dell’habitat naturale dell’orso polare, ora a rischio estinzione per effetto del riscaldamento globale”, spiega Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace: “È quello che potrebbe accadere al 20-30 per cento delle specie viventi il cui rischio di estinzione aumenterà se la temperatura media terrestre dovesse crescere oltre i due gradi centigradi. E oggi la scienza ci avverte che il Pianeta sta correndo verso un aumento di sei gradi al 2100“.
Perché continuando così il problema in futuro non sarà l’invasione di finti orsi polari senza tetto, ma di milioni di profughi ambientali che potranno salire fino a 700 milioni nel 2050.

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Quello che l’associazione teme, a soli 5 mesi dalla conferenza di Copenhagen e all’atteso accordo “salva-clima” per la riduzione delle emissioni di CO2 al 2020, è che l’Italia durante il G8 possa giocare al ribasso, mancando una forte leadership politica per affrontare la più grave crisi ambientale della storia.

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