Nucleare: non convincono i test di sicurezza delle centrali europee

Ancora lavori in corso per l’UE sul tema del nucleare. Il Parlamento europeo, riunitosi in questi giorni in plenaria, ha discusso degli stress test che dal 1° Giugno si stanno svolgendo sulle 143 centrali nucleari presenti sul suo territorio. I Parlamentari hanno mostrato particolare perplessità sulla “volontarietà” della partecipazione ai test e sottolineato la necessità di estenderli anche ai Paesi “nucleari” limitrofi, come Svizzera, Russia, Ucraina, Croazia, Turchia e Armenia.

Ancora lavori in corso per l’UE sul tema del nucleare. Il Parlamento europeo, riunitosi in questi giorni in plenaria, ha discusso degli stress test che dal 1° Giugno si stanno svolgendo sulle 143 centrali nucleari presenti sul suo territorio. I Parlamentari hanno mostrato particolare perplessità sulla “volontarietà” della partecipazione ai test e sottolineato la necessità di estenderli anche ai Paesi “nucleari” limitrofi, come Svizzera, Russia, Ucraina, Croazia, Turchia e Armenia.

Fukushima docet e in Europa si tenta di testare proprio la resistenza degli impianti esistenti a potenziali minacce di terremoto e inondazioni, ma anche agli errori umani. Rimangono esclusi dalle prove, invece, attacchi terroristici e incidenti aerei, di cui dovranno occuparsi singolarmente i 27 stati e per cui sarà istituito un organo specifico. Decisione che è stata necessaria per consentire l’accordo fra gli stati membri, dopo che alcuni di essi avevano evidenziato “l’esigenza di riservatezza” a riguardo.

I test comprenderanno tre fasi: la prima, di “pre-valutazione“, sarà fornita dagli stessi operatori, la seconda sarà una valutazione organizzata dalle autorità nazionali, mentre la terza comprenderà studi internazionali condotti da esperti del settore, rappresentanti della Commissione e degli Stati.

Ma, a tre mesi dal disastro di Fukushima, in Giappone, e a 25 anni da quello di Chernobyl, gli stress test dell’UE sembrano non convincere: oltre ad essere volontari, non prevedono nemmeno misure obbligatorie nel caso in cui un impianto risultasse non è sicuro. A riguardo, i parlamentari si sono detti favorevoli ad una chiusura obbligatoria quasi all’unanimità.

Proprio ieri è stata presentata anche una dichiarazione scritta, sottoposta alla firma dei deputati, che riguarda le centrali in costruzione ai confini dell’UE e in particolare in Bielorussia e Russia. Il commissario europeo per l’energia, Gunther Oettinger, ha previsto per metà giugno una riunione con tutti i paesi vicini per invitarli ad effettuare gli stessi stress test sulle centrali nucleari adottati dai paesi UE.

Ma il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ mette in guardia: “gli stress test sono una buona notizia, ma attenzione: no alle false illusioni!”. “Fare controlli – aggiungono i promotori del referendum – è sempre positivo, ma il nucleare è ‘imprevedibile’, per usare le stesse parole che il premier giapponese usa oggi per descrivere la situazione a Fukushima. Non esistono centrali a prova di incidente”.

Roberta Ragni

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