Marea Nera, Obama: “l’era del petrolio è finita; il mondo ha bisogno di energia pulita” e lancia una petizione

“È il disastro peggiore nel suo genere della nostra storia; stiamo lavorando perché Bp sia responsabile dei danni alle terre e all'economia della costa del Golfo” – con queste parole Barack Obama ha ribadito la sua posizione di fronte alle drammatiche conseguenze ambientali provocate dall’incidente alla piattaforma della BP nel golfo del Messico. Contemporaneamente ha lanciato un messaggio a tutti gli americani, invitandoli a firmare la petizione lanciata sul suo sito, che propone di abbandonare il petrolio per affidarsi all’energia pulita.

È il disastro peggiore nel suo genere della nostra storia; stiamo lavorando perché Bp sia responsabile dei danni alle terre e all’economia della costa del Golfo” – con queste parole Barack Obama ha ribadito la sua posizione di fronte alle drammatiche conseguenze ambientali provocate dall‘incidente alla piattaforma della BP nel golfo del Messico. Contemporaneamente ha lanciato un messaggio a tutti gli americani, invitandoli a firmare la petizione lanciata sul suo sito, che propone di abbandonare il petrolio per affidarsi all’energia pulita.

Ho invitato oggi alla Casa Bianca i deputati di ambedue i partiti per discutere delle leggi necessarie a promuovere una nuova economia galvanizzata dai lavori del settore verde; a combattere il cambiamento climatico; a porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio straniero” – ha aggiunto i Presidente americano – “oggi consumiamo oltre il 20 per cento del petrolio del mondo ma abbiamo meno del 2 per cento delle riserve petrolifere“.

Insomma, il messaggio è chiaro: utilizzare il petrolio significa spendere più denaro e mettere in pericolo l’ambiente. Per questo – ha spiegato Obama – è necessario cambiare abitudini e usi, affinché case, imprese, automobili e camion vengano presto alimentati completamente con energie rinnovabili.
Ciò significa eliminare miliardi di dollari di sgravi fiscali per le compagnie petrolifere per indirizzare gli investimenti alla ricerca e allo sviluppo dell’energia pulita; ci saranno costi di transizione e un periodo di adattamento” – ha aggiunto- ma bisogna che tutti siano coscienti del costo della nostra dipendenza morbosa dal petrolio”.

Intanto la chiazza di greggio – che ogni giorno viene alimentata dalla fuoriuscita di 20.000 barili, in seguito al taglio di una conduttura – minaccia di provocare una crisi diplomatica tra Usa e Gran Bretagna. Alcuni parlamentari britannici infatti, hanno chiesto al premier inglese, David Cameron, di invitare Obama ad ottenere toni più moderati, temendo gravi conseguenze economiche per gli azionisti della Bp, fra cui ci sono diversi fondi pensionistici.
Il valore economico della compagnia inglese, nonostante sia oggi fortemente diminuito, è a rischio e si parla anche di un possibile dilazionamento dei pagamenti dovuti agli stati Uniti. La BP dovrà sostenere i costi del disastro, numerose cause legali e le possibili (e auspicabili) sanzioni che potrebbero arrivare dagli Usa.
Per consultare il sito di Obama e la petizione: http:/my.barackobama.com

Foto: Business Week

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