Piove sempre sul bagnato, perché – si sa – le sciagure non arrivano mai sole: dopo il dramma ambientale nel Golfo del Messico provocato dalla marea nera, con risvolti pesanti sulla salute e sull’economia locale, arriva oggi una nuova minaccia già ribattezzata Bonnie, una tempesta tropicale che potrebbe trasformarsi in un uragano.
La tempesta si trova al momento nei pressi delle isole Bahamas, domani mattina si sposterà a sud della Florida, mentre nella serata di domenica arriverà – con tutta probabilità – verso la Louisiana e il Missisippi, dove regna ancora la marea nera di petrolio.
A rendere nota la notizia è stato il Noaa di Miami – centro nazionale degli uragani – che ha definito Bonnie come la seconda tempesta più forte di quest’anno registrata nell’Atlantico, in grado di produrre venti che corrono alla velocità di 65 chilometri orari.
Tutto questo crea naturalmente incertezza per le operazioni di ripulitura del greggio in questa zona; le autorità americane hanno infatti stabilito l’evacuazione delle navi e delle persone (attualmente 2.000) impegnate nella bonifica delle acque marine dal petrolio fuoriuscito dalla piattaforma della BP.
“A causa del rischio rappresentato da Bonnie, navi e piattaforme si stanno preparando all’evacuazione” – ha fatto sapere Thad Allen, l’ammiraglio responsabile delle operazioni nel Golfo per la Casa Bianca. Questa decisione blocca naturalmente tutte quelle operazioni utili a fermare l’espandersi della marea e a bonificare l’acqua inquinata, “ma la sicurezza delle persone è la nostra priorità” – ha spiegato Allen.