Land grabbing: la campagna per dire stop al grande furto della terra (petizione)

Stop al land grabbing. Il grande furto della terra continua, soprattutto nei Paesi più poveri del mondo. Tutto ciò avviene lontano da noi e forse proprio per questo non riusciamo a renderci conto di quanto possa essere grave. E se il land grabbing avvenisse nei parchi pubblici italiani?

Stop al land grabbing. Il grande furto della terra continua, soprattutto nei Paesi più poveri del mondo. Tutto ciò avviene lontano da noi e forse proprio per questo non riusciamo a renderci conto di quanto possa essere grave. E se il land grabbing avvenisse nei parchi pubblici italiani?

Si tratta del messaggio centrale della campagna appena lanciata da ActionAid per fermare il land grabbing. L’associazione ha pubblicato un rapporto che evidenzia una complessa rete globale di land grabbing a danno delle comunità rurali dei Paesi poveri. Anche l’Italia, purtroppo, è tra gli attori coinvolti.

ActionAid ci invita ad immaginare che un’azienda privata voglia impossessarsi dei parchi e delle aree verdi delle nostre città. Con l’immagine choc del Colosseo, invaso da ruspe e trattori, ActionAid mira a sensibilizzare i cittadini italiani su un fenomeno portato avanti da governi e soggetti privati che colpisce migliaia di persone in tutto il mondo.

In Italia, per fortuna, tutto questo non accade. Ma si tratta di ciò che stanno vivendo oltre 9000 persone in Senegal, dove 37 villaggi sono stati messi in ginocchio da un progetto dell’azienda italiana Tampieri Financial Group.

Nel nord del Senegal, una popolazione fatta di pastori, piccoli allevatori, agricoltori, si sta opponendo al progetto di investimento agricolo del gruppo Senhuile SA, una joint venture di proprietà del gruppo finanziario italiano Tampieri. Il gruppo, mediante una concessione governativa, ha ottenuto il diritto a produrre su 20 mila ettari di terra, la principale fonte di sussistenza per le popolazioni locali, che non hanno più libero accesso a risorse fondamentali quali cibo, acqua, pascoli, legna.

Come reagirebbero gli italiani se il Parlamento approvasse una legge per privatizzare aree verdi pubbliche come Colle Oppio, Villa Borghese, Circo Massimo a Roma, Parco Sempione a Milano o i Giardini dell’Orticoltura a Firenze?

L’accaparramento di terra continua a privare le comunità rurali delle aree in cui hanno costruito la loro vita negli anni. Nel rapporto “Il grande furto della terra” ActionAid spiega che gli accordi per occupare i terreni avvengono senza l’informazione e il consenso delle persone e delle comunità che vivono in quei territori.

land grabbing colosseo

fonte foto: actionaid.it

Molte delle popolazioni traggono i propri mezzi di sussistenza dalla terra. Il land grabbing porta dunque all’aumento dell’insicurezza alimentare e della povertà. È giunto il momento di fermare la grande corsa alla terra. Per farlo servono riforme urgenti per rimuovere gli incentivi a sostegno del land grabbing e per dirottare le risorse verso forme di produzione agricola più eque e sostenibili. ActionAid chiede tolleranza zero rispetto al land grabbing.

Firma qui la petizione per fermare il land grabbing e il progetto Tampieri.

Scarica qui il rapporto “Il grande furto della terra”.

Marta Albè

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