East Island: l’isola delle Hawaii che non c’è più, cancellata ‘in un attimo’ dall’uragano

L'uragano Walaka ha spazzato via una delle isole Hawaii. Con la sua violenza, ha letteralmente cancellato l'isolotto di East Island appartenente all’arcipelago delle French Frigate Shoals

L’uragano Walaka ha spazzato via una delle isole Hawaii. Con la sua violenza, ha letteralmente cancellato l’isolotto di East Island appartenente all’arcipelago delle French Frigate Shoals.

La furia del vento e delle acque hanno ridotto l’isola a una minuscola striscia di terra. L’uragano, di categoria 5, si è abbattuto sulle Hawaii i primi di ottobre e nonostante siano passate tre settimane si continua a fare la conta dei danni.

East Island è, o meglio era, un remoto sperone di ghiaia e sabbia circondato da barriera corallina. Le foto scattate dagli scienziati e via satellite dall’US Fish and Wildlife Services mostrano un tristissimo prima e dopo.

Lunga circa 800 metri e larga 120, East Island è stata la seconda più grande delle French Frigate Shoals, atollo situato a circa 890 km da Honolulu. Una grave perdita visto che l’isola era l’habitat privilegiato della foca monaca hawaiana, animale a rischio estinzione, della tartaruga verde delle Hawaii e di diverse specie di uccelli marini.

La drammatica sparizione dell’isola è stata segnalata per la prima volta dall’Honolulu Civil Beat. Le immagini satellitari fornite dal Fish and Wildlife Service mostrano la striscia di sabbia bianca quasi interamente cancellata, sparpagliata sulla barriera corallina.

Sette ricercatori, tra cui tre che studiano le tartarughe, sono stati costretti ad abbandonare l’isola prima della tempesta.

Charles Littnan, direttore della divisione delle specie protette della NOAA, ha detto all’HuffPost che ci vorranno probabilmente anni per capire cosa significhi la perdita dell’isola per queste specie in pericolo.

La più grande preoccupazione, ha detto, è la persistente perdita di habitat, che è stata identificata come una minaccia significativa per le foche monache e le tartarughe marine verdi. Anche la vicina Trig Island è andata perduta di recente, finita sott’acqua a causa dell’innalzamento del livello del mare.

“Queste piccole isole sabbiose stanno davvero lottando per sopravvivere in un mondo di riscaldamento con l’innalzamento dei mari” ha detto Littnan. “Questo evento ci sta mettendo davanti agli occhi quello che potrebbe essere il futuro.”

Le French Frigate Shoals sono il terreno di nidificazione del 96% delle tartarughe verdi delle Hawai. Circa la metà deponeva le uova a East Island.

Tutte le femmine erano partite prima che Walaka venisse distrutta, quindi la tempesta probabilmente avrà un impatto minimo o nullo sulla popolazione adulta. Ma gli scienziati del NOAA stimano che il 19% dei nidi di quest’anno potrebbero essere stati spazzati via dalla tempesta. Stessa cosa anche per Tern Island.

L’isola era anche un habitat critico per la foca monaca delle Hawaii, specie protetta visto che si tratta di uno dei mammiferi marini più minacciati del pianeta. Circa l’80% della popolazione di poco più di 1.400 foche vive nelle isole hawaiane nordoccidentali, remoto arcipelago circondato dal monumento nazionale marino di Papahanaumokuakea.

In un anno, il 30% dei cuccioli di foca monaca vede i natali a East Island. Nel 2018, proprio su quelle spiagge nacquero 12 piccoli.

Anche se notoriamente questi animali sono in grado di attraversare il mare in tempesta, non si sa ancora se l’uragano Walaka possa averli uccisi. Purtroppo gli scienziati potranno scoprirlo solo il prossimo anno.

La violenza dell’ uragano e l’innalzamento del livello del mare, già considerato un fattore di stress per questi ecosistemi, hanno fatto sì che l’isola venisse cancellata dalle mappe.

“La probabilità di eventi come questo va di pari passo con i cambiamenti climatici” spiegano gli scienziati.

Secondo Phil Klotzbach, esperto di uragani della Colorado State University, il Pacifico centrale è un’area particolarmente soggetta agli effetti dei cambiamenti climatici. Si prevedono uragani più frequenti e più violenti.

Il riscaldamento globale continua a mostrarci i suoi tristi segni.

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Foto: Chip Fletcher/via HuffPost

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