Scienziati studiano le microplastiche in Antartide e scoprono che il 90% proviene… dalla loro barca

I ricercatori hanno studiato le microplastiche nel Mare di Weddell, scoprendo che l’89% dei campioni della vernice proveniva dalla loro nave

I ricercatori dell’Università di Basilea hanno studiato le microplastiche nel Mare di Weddell e hanno scoperto che l’89% dei campioni di vernice analizzata proveniva dalla loro stessa nave

Quando l’osservazione di un fenomeno reca più danni del fenomeno stesso: è quanto accaduto ai ricercatori dell’Università di Basilea (Svizzera), che hanno condotto uno studio sulla contaminazione da microplastiche nella remota Antartide, scoprendo una quantità significativa delle particelle analizzate proveniva in realtà dalla loro stessa nave.

Se fino ad ora la maggior parte delle indagini sull’entità dell’inquinamento da microplastiche in Antartide era stata condotta in aree relativamente meno remote (caratterizzate da una maggiore presenza umana, da stazioni di ricerca e da traffico marittimo più intenso), in questo nuovo studio i ricercatori hanno voluto analizzare le concentrazioni di particelle inquinanti in luoghi più remoti del continente antartico – come il Mare di Weddell. Per fare ciò, i ricercatori hanno intrapreso due spedizioni nell’area a bordo della nave da ricerca Polarstern – la prima nel 2018, la seconda l’anno successivo – durante le quali hanno prelevato 34 campioni di acque superficiali e 79 campioni di sottosuolo per l’analisi.

I ricercatori hanno filtrato oltre otto milioni di litri d’acqua nel Mare di Weddell per determinare i livelli di contaminazione da microplastiche e l’origine di queste particelle: la buona notizia è stata che sono state trovate concentrazioni di microplastiche che leggermente inferiori a quelle registrate in altre parti del continente più frequentate; purtroppo però, delle 101 particelle analizzate, l’89% proveniva dalla vernice della stessa nave di ricerca.

@ University of Basel

Questi risultati dimostrano come anche le spedizioni di ricerca ed i metodi di indagine possano, seppur involontariamente, contribuire all’inquinamento dei mari – ma getta al contempo una luce inquietante sull’inquinamento legato al traffico marittimo e all’utilizzo di imbarcazioni che, come abbiamo visto, contribuiscono moltissimo anche alla dispersione di microplastiche. Negli ultimi anni, il traffico marittimo è aumentato in modo consistente, anche all’interno dell’Oceano Antartico, in risposta alle crescenti esigenze di pesca, turismo e commercio: ecco perché urge trovare nuove soluzioni più sostenibili e meno inquinanti rispetto all’uso delle vernici tradizionali, in modo da ridurre questa fonte di microplastiche e le sostanze nocive che contengono.

@ Environmental Sciences and Technology

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Fonti: Environmental Sciences and Technology / University of Basel

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