Inquinamento: nelle città sempre peggio la qualità dell’aria

L'inquinamento nelle città sta peggiorando e la maggior parte della popolazione del mondo vive in zone ad alto rischio, dove la qualità dell'aria è pessima e va ben al di là dei limiti imposti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità

L’inquinamento nelle città sta peggiorando e la maggior parte della popolazione del mondo vive in zone ad alto rischio, dove la qualità dell’aria è pessima e va ben al di là dei limiti imposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Oms, che ha presentato uno studio effettuato su 1.600 città in 91 Paesi. Secondo l’indagine, soltanto il 12% della popolazione totale degli agglomerati urbani presi in esame respira un’aria conforme alle norme sanitarie stabilite dalle linee guida dell’Oms, mentre circa la metà della popolazione urbana monitorata è esposta a un inquinamento atmosferico almeno 2,5 volte superiore ai livelli raccomandati.

E le condizioni peggiori si registrano nelle città dei Paesi in via di sviluppo, mentre al contrario la situazione nei Paesi industrializzati sembra essere migliorata.

I livelli di polveri sottili (Pm 10, le particelle di polvere con un diametro aerodinamico inferiore a 10 micrometri), per esempio, sono 20 volte superiori alla norma a Rawalpindi, in Pakistan, e 28 volte superiori a Nuova Delhi. Nelle stesse città i livelli delle Pm 2,5 (ossia le “polveri fini”, o anche dette “particolato killer“, perché possono passare dai polmoni alla circolazione sanguigna) sono rispettivamente 10 e 15 volte più elevati rispetto ai limiti massimi consentiti. E non solo: come se non bastasse laddove la situazione attuale la si può confrontare con quella di anni precedenti, l’inquinamento atmosferico sta peggiorando.

Un aumento spropositato che, secondo l’Oms, è dovuto anche e soprattutto alla dipendenza dai combustibili fossili, alla presenza di centrali elettriche a carbone, all’eccessivo utilizzo di auto e mezzi a motore per il trasporto privato, un uso sbagliato e inefficiente dell’energia negli edifici e l’uso di biomasse per cucinare e riscaldarsi.

Per fortuna, però, dal rapporto emerge anche che alcune città stanno facendo notevoli miglioramenti, a dimostrazione che la qualità dell’aria può essere migliorata mediante l’attuazione di misure politiche, come l’utilizzo di combustibili rinnovabili o il divieto dell’uso del carbone per il riscaldamento.

smog allarme oms

I RISCHI PER LA SALUTE – Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2012 l’inquinamento dell’aria esterna è stato responsabile della morte di circa 3,7 milioni di persone di età inferiore ai 60 anni. L’Organizzazione ha inoltre sottolineato che l’inquinamento dell’aria interna ed esterna sono tra i più grandi rischi per la salute in tutto il mondo. Malattie cardiache e ictus, malattie respiratorie e tumori sono i maggiori rischi per la salute dovuti all’inquinamento.

Possiamo vincere la lotta contro l’inquinamento atmosferico e ridurre il numero di persone affette da malattie respiratorie e cardiache, così come il cancro ai polmonispiega Maria Neira, direttore dell’Oms per la Salute pubblica e l’ambiente -. Le politiche e le strategie efficaci sono ben chiare, ma devono essere attuate su scala sufficientemente ampia. Città come Copenhagen e Bogotà, per esempio, hanno migliorato la qualità dell’aria attraverso la promozione di trasporto attivo e la priorità di reti stradali dedicate al trasporto pubblico urbano, ai percorsi a piedi e in bicicletta“.

In Italia, come in quasi tutta l’Europa e nei Paesi Occidentali, i livelli d’inquinamento sono tra i più bassi. Quanto ai rilevamenti annui di PM10, le città italiane non superano la soglia del 50. Le “maglie nere” nel mondo sono le città africane e asiatiche, grandi megalopoli dove si raggiunge anche un livello di particolato superiore ai 300, 400 e 500, come in Pakistan, India e Senegal.

La relazione rileva, infine, che le singole città possono agire localmente per migliorare la qualità dell’aria, il che può andare anche di pari passo con lo sviluppo economico, come accade in alcune delle principali città dell’America Latina.

Non possiamo acquistare l’aria pulita in una bottiglia, ma le città possono adottare misure per risanare l’aria e salvare la vita della loro popolazione“, ha detto il dottor Carlos Dora del Dipartimento di Sanità pubblica, ambientale e sociale dell’Oms.

Quali potrebbero essere queste misure? Niente di più ovvio: case ad alta efficienza energetica, uno sviluppo urbano compatto che tenga conto di un efficiente trasporto pubblico, un design di strada attraente e sicuro per pedoni e ciclisti e un ciclo dei rifiuti ben gestito. Attività che, non solo ci ripulirebbero l’atmosfera, ma che potrebbero servire anche da catalizzatore per lo sviluppo economico locale e la promozione di stili di vita urbani decisamente più salubri.

Germana Carillo

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