Incidenti stradali: in aumento anche per colpa dei cambiamenti climatici?

Caldo, sempre più caldo. L'aumento globale delle temperature, che ormai è innegabile e che stiamo sperimentando sulla nostra pelle, favorirebbe anche gli incidenti stradali. Lo rivela una nuova ricerca, secondo cui negli Stati Uniti nel 2015 si è verificato un aumento del numero degli incidenti. E la colpa potrebbe essere dei cambiamenti climatici

Caldo, sempre più caldo. L’aumento globale delle temperature, che ormai è innegabile e che stiamo sperimentando sulla nostra pelle, favorirebbe anche gli incidenti stradali. Lo rivela una nuova ricerca, secondo cui negli Stati Uniti nel 2015 si è verificato un aumento del numero degli incidenti. E la colpa potrebbe essere dei cambiamenti climatici.

Al netto di altre cause, a far riflettere gli scienziati è stato il picco di calore che si verificò proprio quell’anno. L’aumento degli incidenti venne considerato una vera stranezza visto che da decenni quelli mortali avevano fatto registrare un costante calo, invertendo l’andamento dei 35 anni precedenti.

Partendo da questo presupposto, Leon Robertson, docente dell’Università di Yale, considerò anche il fattore clima nel valutare l’aumento degli incidenti mortali. Chiaramente non bisogna banalizzare ma ciò che Robertson e colleghi cercarono di dimostrare fu il legame tra l’aumento medio della temperatura e quello degli incidenti.

Secondo quanto rilevato dalla polizia, l’aumento del numero di telefoni cellulari era stato responsabile del 7 per cento delle morti nel 2015. Ma un’indagine nazionale sull’uso dei telefonini rivelò che non vi erano state differenze nelle abitudini dei cittadini tra il 2014 e il 2015.

Ciò spinse Robertson a considerare tra le possibili cause dell’aumento degli incidenti anche il riscaldamento globale.

Lo scienziato ha analizzato due serie di dati per valutare la potenziale associazione tra temperatura e pioggia sulle miglia annuali guidate da ogni persona nelle aree urbane e il rischio di morte elle 100 contee più densamente popolate negli Stati Uniti.

Nelle aree studiate, la temperatura media annua era aumentata di 1,5 gradi Fahrenheit dal 2014 al 2015, meno di un grado centigrado. Ogni persona aveva percorso in auto in media 60 miglia in più all’anno per grado in più, ciò aveva portato in media a 66 miglia aggiuntive per ogni pollice (2,5 cm circa) di pioggia.

Considerando queste cifre è emerso che i chilometri percorsi sarebbero aumentati in totale di circa 14 miliardi rispetto alla media, con un relativo aumento delle persone e dei mezzi a motore in circolazione.

Il tasso di mortalità era più elevato nelle aree più calde. Al contrario, erao più basso nelle famiglie con un reddito medio superiore, probabilmente perché i conducenti erano in grado di permettersi auto con sistemi di sicurezza più all’avanguardia.

Anche se l’aumento della temperatura dal 2014 al 2015 è stato insolito per un solo anno, è coerente con gli effetti noti dei gas serra prodotti dalla combustione dei combustibili fossili, spiega Robertson secondo cui

“apparentemente una quota significativa dell’aumento di morti sulla strada sarebbe legato all’incremento termico, per il semplice motivo che le persone stanno di più all’esterno sulla strada quando fa più caldo”.

I tassi di morte aumentano costantemente all’aumentare delle temperature, non solo perché più persone guidano nei giorni più caldi, ma anche perché altri hanno più probabilità di uscire a piedi o in bicicletta.

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Si tratta di uno studio osservazionale per cui non si possono trarre conclusioni certe di causa- effetto, ma la correlazione tra chilometraggio e temperatura fa pensare a un circolo vizioso in cui a temperature più alte corrisponde un aumento dei chilometri, portando alla produzione di più emissioni di CO2 che a sua volta portano a temperature più alte.

Francesca Mancuso

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