Incendi in Siberia, ci risiamo: “brucia” anche il permafrost. Si teme una stagione da record

Il satellite Copernicus invia dati allarmanti sulla situazione degli incendi in Siberia e Canada centrale: si va verso una stagione record, e i fumi provocati dai fuochi stanno invadendo l’atmosfera.

Il servizio di monitoraggio dell’atmosfera sta mappando gli incendi che si stanno propagando nell’emisfero nord con l’iniziare della cosiddetta stagione boreale. Mentre l’attività degli incendi nella Siberia orientale è sotto il livello medio, le regioni occidentali della Siberia sono pesantemente interessate dagli incendi e questo preoccupa gli scienziati. 

I ricercatori del CAMS – Copernicus Atmosphere Monitoring Service (sistema della Commissione Europea che monitora costantemente l’intensità degli incendi e le loro emissioni in tutto il mondo) guardano con preoccupazione il dilagare degli incendi in Siberia. La regione che comprende Omsk e Tyumen è stata particolarmente interessata dagli incendi sin dalla metà di aprile, mentre altri intensi incendi sono scoppiati nelle regioni centrali del Canada a metà maggio.

(Leggi: Torna l’incubo degli incendi in Grecia: boschi distrutti e centinaia di residenti evacuati)

I dati raccolti dalla sonda mostrano da una parte che, nel periodo 1 aprile/24 maggio, il numero degli incendi e delle emissioni stimate per la regione occidentale della Siberia è stato superiore rispetto a tutti gli altri anni di osservazione (2003-2020). Dall’altra parte, invece, le emissioni che riguardano gli incendi nella Russia orientale registrano dati più bassi rispetto allo stesso periodo degli anni scorsi. Questo schema nell’attività degli incendi osservata dai ricercatori riflette lo schema delle anomalie nella temperatura superficiale di queste regioni per il mese di aprile: gli incendi sono stati più frequenti in regioni con importanti anomalie nella temperatura e meno in quelle dove non si sono registrate temperature anomale.

Inoltre, importanti incendi si sono registrati anche a Manitoba e Ontario (in Canada) a metà maggio, generando pennacchi di fumo denso, che sono stati trasportati dal vento per decine di chilometri sopra l’oceano Atlantico: gli scienziati stimano che questo fumo abbia rilasciato nell’atmosfera 0,88 megatonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera.

È ancora presto per stimare l’impatto e l’estensione della stagione boreale di quest’anno e degli incendi sviluppati nella regione artica e sub-artica. Mentre non è strano assistere a incendi durante la primavera ad alte latitudini, è difficile predire cosa ci aspetterà durante l’estate – spiega Mark Parrington del CAMS. – Monitoreremo attentamente l’area per vedere se ci attenderà un’altra stagione record, e continueremo a controllare la pericolosità dei fumi prodotti dagli incendi e diffusi nell’atmosfera.

La durata della stagione degli incendi, che si sta allungando sempre di più negli ultimi anni, e la diffusione del fenomeno su larga scala sono causate dal clima caldo e secco che si verifica nella Siberia Artica durante l’estate.

incendi boreali

Credit: Copernicus

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Credit: Copernicus

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Credit: Copernicus

Fonte: Copernicus

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