Ilva di Taranto: il Tribunale condanna 27 ex dirigenti per le morti da amianto

Ilva di Taranto. Sono stati condannati a causa delle morti legate all'amianto e alle altre sostanza cancerogene provenienti dallo stabilimento siderurgico pugliese. È questa la decisione presa oggi dal Tribunale di Taranto contro 27 ex dirigenti dell'Ilva

Ilva di Taranto. Sono stati condannati a causa delle morti legate all’amianto e alle altre sostanza cancerogene provenienti dallo stabilimento siderurgico pugliese. È questa la decisione presa oggi dal Tribunale di Taranto contro 27 ex dirigenti dell’Ilva.

La pena massima, 9 anni, è stata inflitta ai manager della vecchia Italsider pubblica, cui seguì poi il subentrò del gruppo Riva. Nove anni a Giovanbattista Spallanzani e altrettanti a Sergio Noce entrambi direttori dello stabilimento ai tempi dell’Iri. Altri 26 i condannati, con pene differenti.

Una piccola vittoria per le famiglie dei 15 operai morti a causa delle sostanze cancerogene e dalle polveri di amianto dell’Italsider/Ilva tra il 2004 e il 2010.

Otto anni e 6 mesi a Pietro Nardi, dirigente dell’azienda con la gestione pubblica e oggi commissario della Lucchini di Piombino. Sei anni invece a Fabio Riva, figlio di Emilio Riva, e per il quale il pm aveva chiesto 4 anni e 6 mesi.

Le notizie che arrivano da Taranto, dove oggi il Tribunale ha condannato 27 ex dirigenti della vecchia Italsider e dell’Ilva per le morti di 15 operai causate da amianto e altri cancerogeni provenienti dallo stabilimento, segnano una discontinuità rispetto alla cattiva gestione e alle omissioni criminali che si sono avute in passato sull’Italsider e sull’Ilva,” ha detto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

Quanto accaduto a Taranto, infatti, è il frutto avvelenato di una industrializzazione indifferente alle ragioni dell’ambiente e della salute e per questo priva di futuro, di colpe gravissime ed omissioni che riguardano anche la politica e le istituzioni che partono da lontano e arrivano fino a noi. Per superare questa pesante eredità è necessario cambiare rotta e accelerare sui processi di riduzione dell’impatto ambientale dell’azienda e bonifica dell’area in atto, a partire dalla piena attuazione del piano di risanamento dell’Ilva,” conclude.

Una battaglia che passa per i tribunali ma soprattutto per la salute degli abitanti della città. Qui infatti, vari studi hanno accertato da tempo un’elevata percentuale di persone ammalate di cancro, una su 20.

Francesca Mancuso

LEGGI anche:

Ilva di Taranto, Peacelink: 1 malato di cancro ogni 20 abitanti

Ilva di Taranto, in migliaia alla marcia per la salute e l’ambiente

Ilva: piombo nelle urine degli abitanti di Taranto

A Taranto si muore di più di tumore. L’Ilva ha compromesso la catena alimentare?

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook