Il Congo muove i primi passi verso la sostenibilità

Nonostante La Repubblica Democratica del Congo sia ancora oggi un paese dove le risorse naturali sono avidamente sfruttate, e dove i diritti umani sono stati e continuano ad essere calpestati, si scorgono dei segnali di speranza sul fronte della tutela ambientale.

Nonostante La Repubblica Democratica del Congo sia ancora oggi un paese dove le risorse naturali sono avidamente sfruttate, e dove i diritti umani sono stati e continuano ad essere calpestati, si scorgono dei segnali di speranza sul fronte della tutela ambientale.

Deforestazione e sfruttamento minerario sono le due maggiori piaghe che oggi affliggono uno degli ambienti più ricchi di risorse naturali e biodiversità animale e vegetale al mondo.

Dal 2004 il governo congolese ha intensificato produzione di legname che, insieme con la produzione illegale, contribuisce a devastare e minacciare sempre di più il delicato ecosistema della più grande foresta pluviale africana, ben 172 milioni di ettari. Nel frattempo prolifera indisturbato il lucroso sfruttamento minerario, che assicura larghi introiti a ufficiali governativi e militari, sterminando nel mentre la popolazione di gorilla.

Di pochi giorni fa sono due notizie che sembrano portate da un vento che tira in una direzione opposta. Il 3 giugno 2011 il governo congolese ha fatto sapere di essere intenzionato a riforestare un milione di ettari, e di voler combattere l’inquinamento del territorio vietando le buste di plastica.

Il presidente Denis Sassou N’Guesso, alla fine di un meeting – da lui organizzato – dove si è di scusso come arginare la deforestazione in Amazonia, Borneo Mekong e Congo, ha annunciato il suo piano di riforestazione. Un’iniziativa che costerà centinaia di milioni di dollari e sarà sponsorizzata dalla FAO e dalla Banca Mondiale.

Nei tre bacini pluviali oggetto dell’incontro si trova l’80% delle foreste tropicali del pianeta, che in seguito a deforestazione e degrado ambientale sono una delle principali fonti di 2“>emissione di CO2. Rallentare la deforestazione in queste aree significa prevenire un critico innalzamento della temperatura globale e tutelare gli oltre 300 milioni di persone che vi abitano..

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Il secondo annuncio arriva invece da un portavoce del presidente: Bienvenu Okiemy ha annunciato l’approvazione di un decreto che vieta l’utilizzo delle buste di plastica. Il provvedimento si è reso necessario dato il grande inquinamento delle aree urbane congolesi, dove la plastica in molti casi ha ostruito fognature e drenaggi, causando allagamenti e smottamenti. Okiemy non ha però specificato da quando il provvedimento sarà effettivo.

Anche l’Italia a partire dal primo gennaio ha vietato le buste di plastica, e l’Europa sarebbe in qualche modo intenzionata a seguirla.

Gianluca Roccati

 

 

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