Il meraviglioso giardino di Ninfa è in pericolo: vogliono riattivare un inceneritore ad appena 6 Km di distanza

Il giardino più romantico del mondo rischia di avere accanto un inceneritore, a soli 6 Km di distanza in linea d'aria

Il giardino più romantico del mondo rischia di avere accanto un inceneritore, a soli 6 Km

Un inceneritore spento da anni potrebbe riaprire a due passi dal meraviglioso Giardino di Ninfa, Monumento Naturale della Repubblica Italiana. A lanciare l’allarme è la Fondazione Roffredo Caetani, esprimendo forte preoccupazione per la procedura in corso, presso la Regione Lazio, dell’istanza di modificazione e riesame dell’AIA avanzata dalla società Corden Pharma Latina Spa per la riattivazione dell’impianto.

Ad appena sei chilometri in linea d’aria dal giardino romantico e paradisiaco, di fama internazionale, rischia così di nascere un vero e proprio business legato alla lavorazione di rifiuti speciali pericolosi provenienti da siti industriali fuori dal territorio.

Per questo, durante una recente conferenza dei servizi in regione Lazio, è stata sottolineata l’importanza di ripartire da un iter basato su una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, anche in virtù del fatto che siamo in presenza di un impianto attivato nel 1999 e spento, ormai, da diversi anni. Un iter, secondo quanto hanno ribadito con forza i tecnici della Fondazione Caetani, che non può essere “adeguato” in corso d’opera.

Alla Conferenza dei servizi hanno preso parte anche i rappresentanti dei Comuni di Norma, Sezze, Latina e Sermoneta oltre che dell’associazione Strada dei Vini: tutti hanno condiviso la preoccupazione e le osservazioni avanzate. La parola passa ora alla Regione Lazio che, dopo avere preso atto delle posizioni di netta contrarietà espresse dai rappresentanti del territorio, supportate dalle osservazioni avanzate dai tecnici, ha chiesto alla società una ulteriore integrazione alla documentazione presentata che verrà discussa nel corso di una nuova riunione della Conferenza dei servizi.

“Siamo in presenza di un inceneritore di vecchia generazione, di cui non abbiamo a disposizione dati significativi legati all’attività svolta ormai moltissimi anni fa nonostante dai piani fossero previste una serie di centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico di cui non abbiamo alcuna documentazione, spiega il presidente della Fondazione Roffredo Caetani, Tommaso Agnoni.

La Fondazione Roffredo Caetani – sottolinea Agnoni – si opporrà in ogni sede, prima fra tutte la conferenza dei servizi in corso presso la Regione Lazio, alla riattivazione di questo impianto che, ribadiamo, è obsoleto, spento ormai da anni e legato ad una vecchia logica che punta ad alimentare gli affari in opifici in disuso trasformandoli in veri e propri centri di lavorazione di rifiuti, in questo caso pericolosi, a due passi da un centro abitato e da aree di interesse naturalistico di livello internazionale come il Giardino di Ninfa, il Parco Pantanello e gli altri siti bene indicati dalle relazioni dei nostri tecnici.

Siamo certi – conclude – che la classe dirigente di questa provincia e le amministrazioni locali sapranno far valere il principio che anima da sempre, tra le altre cose, l’impegno di questa Fondazione, ossia quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturale che ci circonda, grande volano per l’economia di questo territorio e unico mezzo per costruire un futuro migliore e davvero sostenibile”.

 

Il giardino di Ninfa è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000 al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale. All’interno si trovano ciliegi e meli ornamentali che in primavera fioriscono in maniera spettacolare, varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi.

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