Giappone: da ieri in vendita il primo pesce delle acque di Fukushima

In Giappone è stata effettuata la vendita delle prime specie ittiche frutto della pesca nelle acque di Fukushima, per la prima volta a seguito dello tsunami e dell’incidente nucleare avvenuto poco più di un anno fa. Nella giornata di ieri sarebbero stati ammessi alla vendita polipi ed alcuni frutti di mare, secondo una varietà di specie molto limitata, a causa del tuttora persistente timore di contaminazioni radioattive.

In Giappone è stata effettuata la vendita delle prime specie ittiche frutto della pesca nelle acque di Fukushima, per la prima volta a seguito dello tsunami e dell’incidente nucleare avvenuto poco più di un anno fa. Nella giornata di ieri sarebbero stati ammessi alla vendita polipi ed alcuni frutti di mare, secondo una varietà di specie molto limitata, a causa del tuttora persistente timore di contaminazioni radioattive.

Buccini e polpi sarebbero state le prime specie dichiarate commestibili e dunque considerate vendibili a seguito di test che avrebbero confermato l’assenza di tracce rilevabili di cesio radioattivo, secondo quanto confermato da parte della Cooperativa per la Pesca della Prefettura di Fukushima. Le varietà ittiche in questione sarebbero state destinate a cottura tramite bollitura prima di poter essere sottoposte ai necessari test e quindi inviate nei luoghi di vendita.

Platesse, branzini ed altre varietà di pesce non sarebbero ancora vendibili a causa delle contaminazioni radioattive. Non è ancora chiaro quando potranno essere ammessi alla vendita, poiché al momento i test rivelerebbero una presenza di elementi radioattivi superiori a quanto stabilito da parte del Governo giapponese, che avrebbe ordinato test rivolti ad individuare la presenza sia di cesio che di iodio radioattivo.

Nella città di Soma all’interno del supermercato York Benimaru sarebbero stati venduti in totale 70 kg di prodotti ittici provenienti dalle acque di Fukushima. La speranza di alcuni commercianti è che presto possano essere ammessi alla vendita anche i granchi, per i quali al momento non sarebbero state individuate tracce di radioattività. In generale, essa starebbe diminuendo nei prodotti ittici, ma potrebbero trascorrere anni prima che alcune specie possano essere nuovamente ammesse alla vendita. La maggiore preoccupazione riguarda la presenza di cesio radioattivo, che potrebbe persistere molto a lungo.

Polpi e buccini sarebbero stati acquistati dagli abitanti soprattutto al fine di sostenere l’attività dei pescatori della zona. I prodotti sono stati venduti a livello locale ed al momento non hanno raggiunto né l’intera prefettura di Fukushima, né tantomeno la città di Tokyo. La sopravvivenza dell’attività di pesca nella zona di Fukushima potrà essere garantita solamente in presenza di una risposta d’acquisto positiva da parte degli acquirenti. La preoccupazione degli stessi relativamente alle contaminazioni radioattive sarebbe ancora molto alta, in particolare in riferimento alle famiglie con bambini. Non è dunque dato sapere se l’attività di pesca nella zona di Fukushima potrà mai riprendere a pieno ritmo o se sarà minata dai timori dei cittadini.

Marta Albè

Fonte foto: FoxNews.com

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