Riscaldamento globale: fuoriuscite di metano nei ghiacci dell’Artico

Rischio riscaldamento globale: si libera metano dai ghiacci artici. Lo scioglimento del permafrost artico potrebbe immettere nell'atmosfera quantità di questo gas serra, 25 volte più potente dell'anidride carbonica, molto più grandi di quanto si pensasse fino ad ora, con implicazioni davvero preoccupanti per il ritmo di crescita del riscaldamento del pianeta.

Rischio riscaldamento globale: si libera metano dai ghiacci artici. Lo scioglimento del permafrost artico potrebbe immettere nell’atmosfera quantità di questo gas serra, 25 volte più potente dell’anidride carbonica, molto più grandi di quanto si pensasse fino ad ora, con implicazioni davvero preoccupanti per il ritmo di crescita del riscaldamento del pianeta.

Lo rivela la ricerca Geologic methane seeps along boundaries of Arctic permafrost thaw and melting glaciers, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience e condotta in Alaska da Katey Walter Anthony, dell’Università di Fairbanks, nell’ambito della rete per il monitoraggio del metano nei laghi artici Pan Arctic Lake Ice Methane Monitoring Network (Palimmn).

Ad aprile il progressivo arretramento dei ghiacciai espone a temperature più calde il permafrost, ossia lo strato di terreno perennemente ghiacciato nel quale sono intrappolate grandi quantità di metano, prodotto in passate ere geologiche dalla degradazione della sostanza organica in rocce più o meno profonde e accumulato nei giacimenti petroliferi e di gas naturale. Questi serbatoi naturali non sono completamente sigillati e sicuri ed è frequente che il gas risalga fino alla superficie terrestre. Ma i ricercatori, dopo aver sorvolato con degli aerei oltre 6700 laghi nello stato americano in cerca di buchi nel ghiaccio che indicassero fughe di metano, hanno individuato ben 150.000 ”vie di fuga” dai ghiacciai della regione occidentale artica.

Se l’impatto nell’atmosfera delle emissioni geologiche artiche per ora non è significativo, il team stima per questo che l’Alaska stia emettendo tra il 50 e il 70% di metano in più nell’atmosfera di quanto si pensasse, con flussi di gas in atmosfera spesso superiori a quelli prodotti dai processi biologici. I dati geologici indicano che il modello si applicherebbe anche ai depositi di metano dell’estremo Nord del Canada e della Siberia, attualmente coperti dal ghiaccio. L’eventuale fuoriuscita di metano potrebbe allora accelerare il riscaldamento globale e velocizzare l’intero processo, ha spiegato Walter Anthony, ma è difficile prevedere esattamente in quanto tempo questo potrebbe accadere.

Per rispondere a questa, il suo gruppo ha in programma di scoprire in che modo il metano viene catturato e immagazzinato nel permafrost, e, soprattutto, come si scioglie. Queste manifestazioni naturali di gas suggeriscono che le emissioni geologiche potrebbero addirittura aumentare in caso di scioglimento dei ghiacci nelle aree petrolifere polari. Così, mentre siamo in grado di ridurre le emissioni prodotte dall’uomo, non possiamo fare nulle per le emissioni naturali, che in futuro potrebbero aumentare enormemente se i ghiacci diminuissero.

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