Il ciclone Fani devasta l’India con venti fino a 205 km/h, è il più forte degli ultimi 20 anni

Disastro in India: il ciclone Fani, che si è abbattuto lo scorso venerdì sulla costa est, da devastato la zona con venti fino a 205 km/h e uccidendo almeno 7 persone. È il più forte degli ultimi 20 anni e non si è ancora fermato

Disastro in India: il ciclone Fani, che si è abbattuto lo scorso venerdì sulla costa est, ha devastato la zona con venti fino a 205 km/h e uccidendo almeno 7 persone. È il più forte degli ultimi 20 anni e non si è ancora fermato.

Arrivato in India nei pressi della città di Puri, nello stato dell’Odisha, Fani è l’equivalente di un uragano di categoria 4 (la seconda per velocità del vento e quindi per danni potenziali), e si sta dirigendo ora verso nord-nordest, in particolare verso Kolkata, una delle città più popolose dell’India, e il Bangladesh.

Intanto il bilancio delle vittime è salito a 7, secondo Sanjeeb Panda, il direttore generale della polizia di Odisha, 4 delle quali constatate in quattro distretti dello stato orientale dell’Odisha stessa (dove circa 1 milione di persone sono state evacuate), causate principalmente da alberi caduti e muri crollati.

Il ciclone ha letteralmente devastato villaggi e agglomerati urbani: nei video che circolano in rete si vedono scene terribili, come l’arrivo di Fani nel villaggio indiano di Charichhak, con alberi ondeggiano e si piegano sotto la forza del vento ruggente mentre si scatena la pioggia torrenziale.

Fani era stato classificato all’inizio, quando era alla massima forza, come estremamente severo, ora “declassato” a molto severo, e si sta spostando a nord lungo la costa orientale dell’India. Prevedendo l’arrivo a breve in Bangladesh, il Paese sta conducendo evacuazioni di massa. Entro la sera di ieri il Governo puntava a mobilitare 2,1 milioni di persone.

Ricordiamo che le zone colpite dal ciclone sono, purtroppo, molto povere. Le agenzie umanitarie sono preoccupate, anche per centinaia di migliaia di rifugiati rohingya fuggiti dalla violenza etnica in Birmania, dove stanno avvenendo atrocità inaudite, e che vivono in campi profughi in Bangladesh, vicino alla costa.

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L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha annunciato di aver preparato 135 contenitori per le emergenze con stuoie, coperte, corda e altre risorse. La guardia costiera e la marina indiane hanno inoltre schierato navi ed elicotteri per operazioni di soccorso e salvataggio venerdì e anche esercito ed aeronautica sono stati impiegati allo scopo. In Bangladesh sono stati dispiegati 56.000 funzionari per le operazioni di evacuazione e soccorso.

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Foto: la zona del disastro 

Quanto tutto finirà avremo, forse, un bilancio definitivo del disastro.

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 Cover: Sky News 

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