L’ex Ilva è la prima fonte di CO2 in Italia. Il dossier di Peacelink e la lettera a Conte per fermare questo “climate monster”

Secondo il dossier di Peacelink, l’Ex Ilva è la principale responsabile delle emissioni di CO2 in Italia, un vero e proprio "climate monster". La situazione è da prendere seriamente in considerazione e i dati relativi all'inquinamento provocato ogni anno dallo stabilimento sono stati inviati al premier Conte invitandolo ad agire.

Secondo il dossier di Peacelink, l’Ex Ilva è la principale responsabile delle emissioni di CO2 in Italia, un vero e proprio “climate monster“. La situazione è da prendere seriamente in considerazione e i dati relativi all’inquinamento provocato ogni anno dallo stabilimento sono stati inviati al premier Conte invitandolo ad agire.

In un post su Facebook, Peacelink lancia “una bomba” e spiega come l’Ex Ilva, conteggiando anche le due centrali termoelettriche CET2 e CET3, sia la prima fonte di CO2 nel nostro paese.


Secondo i dati della Commissione Europea sui principali responsabili delle emissioni di CO2, ottenuti sulla base dei dati forniti dagli stati membri, nel nostro paese la graduatoria delle centrali “più nere” è la seguente:

1. Centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia: 8.100.000 tonn/anno
2. Raffineria (nome e località non specificati): 6.300.000 tonn/anno
3. Centrale termoelettrica a carbone di Brindisi/Cerano: 5.400.000 tonn/anno
4. Stabilimento siderurgico ArcelorMittal Taranto: 4.700.000 tonn/anno

L’Ex Ilva è in realtà da sola al quarto posto (42° in Europa) ma svetta al primo se si aggiungono al noto stabilimento di Taranto anche le due centrali termoelettriche ad esso connesse. Nel complesso si parla di emissioni di CO2 che superano i 10 milioni di tonnellate annue!

Ed effettivamente è giusto mettere nel conteggio anche le centrali termoelettriche CET2 e CET3 dato che, come specifica Peacelink:

“Da un punto di vista tecnico le centrali termoelettriche CET2 e CET3 forniscono energia allo stabilimento siderurgico di Taranto ricevendola a loro volta dal ciclo siderurgico in forma di gas e bruciandola. In tal modo viene emessa un’enorme quantità di CO2 che non figura nell’elenco sopra riportato. Le centrali termoelettriche dello stabilimento siderurgico soddisfano a costo zero il fabbisogno energetico dello stabilimento siderurgico bruciando i gas di scarico degli altoforni e delle cokerie, in cui un ruolo molto importante gioca il carbone”.

Considerando tutto questo, l’associazione ambientalista ha deciso di scrivere al premier Giuseppe Conte, riportando tutti i dati relativi alle emissioni di quello che è stato definito un “mostro climatico”.

La lettera, firmata dal presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, mette nero su bianco tutti i dettagli relativi alle emissioni dell’Ex Ilva (che poco si conoscono in quanto scomoda verità) e conclude chiedendo al Presidente del Consiglio di agire prontamente.

“Lei ha detto all’ONU che l’Italia è in prima linea per l’ambiente. Ce lo dimostri spiegando come intende contrastare la minaccia climatica delle emissioni siderurgiche a Taranto. E agendo di conseguenza”.

Nel frattempo Conte, che si trovava a New York per il Summit sul Clima, ha fatto uno “scivolone” pubblicando una foto che lo ritraeva intento a mangiare un hamburger in pieno stile americano. Niente di strano, se non fosse che poco prima si era speso a favore dell’ambiente dichiarando l’intenzione di tassare il junk food. Peccato che quello che ha in mano sia proprio uno dei simboli per eccellenza del cibo spazzatura e che la carne proveniente dagli allevamenti intensivi, come è ormai noto, è responsabile di un’enorme quantità di emissioni di CO2 nel pianeta.

Insomma, se la coerenza è questa… la speranza che si faccia qualcosa di concreto per fermare le emissioni di CO2 nel nostro paese non è proprio altissima!

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Francesca Biagioli

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