Vittoria storica in Groenlandia: gli Inuit vincono le elezioni! Il no all’uranio affossa le lobby minerarie mondiali

Le elezioni in Groenlandia sembrano essere affare locale, ma sono state monitorate da vicino da grandi potenze come Stati Uniti, Russia e Cina e dalle grandi compagnie minerarie internazionali. Beh, stavolta è andata male per loro

In Groenlandia gli elettori seppelliscono un importante progetto minerario di estrazione di uranio nel sud del territorio autonomo danese. Il partito d’opposizione ha ampiamente vinto le elezioni legislative. Una notizia passata sotto silenzio che però ha una posta in gioco altissima per gli equilibri mondiali, poiché la montagna di Kuannersuit custodisce uno dei più importanti giacimenti mondiali di terre rare, indispensabili per la produzione di smartphone o auto elettriche. Ma anche di uranio

Le elezioni in Groenlandia sono appena state vinte dai Verdi di Inuit Ataqatigiit, che si oppongono allo sfruttamento della miniera di Kvanefjeld ricca di Terre Rare, materiale strategico per gli USA e per la Cina. 

I risultati quasi completi mostrano che Inuit Ataqatigiit ha ricevuto circa il 37% dei voti, rappresentando 12 dei 31 seggi del parlamento regionale della Groenlandia. Fino ad ora, l’IA era il principale partito di opposizione, ma in quanto partito più grande potrebbe essere il primo a tentare di formare un governo. Se questo dovesse avvenire, il suo leader. Mute Bourup Egede. diventerà il nuovo primo ministro. A 34 anni sarebbe quindi il primo ministro più giovane del mondo. L’IA dovrà lavorare con uno o più partiti piccoli, perché non ha raggiunto la maggioranza assoluta.

Ma soprattutto questa vittoria elettorale, con ogni probabilità, congelerà per almeno quattro anni il progetto minerario più grande e avanzato in questo territorio autonomo danese, anche se significa rallentare la sua marcia verso l’indipendenza. 

Leggi anche: Terre rare e uranio: gli Inuit lottano contro la miniera di Kuannersuit per salvare la Groenlandia

Martedì, i 40mila elettori groenlandesi sparsi su un territorio quattro volte più grande della Francia continentale hanno “fatto la scelta della qualità della vita e del rispetto per l’ambiente piuttosto che dello sviluppo economico ad ogni costo”, sottolinea Ulrik Pram Gad, dell’Istituto danese di studi internazionali.

Ora tutti si aspettano che il progetto minerario di Kvanefjeld sarà respinto dalla futura coalizione di governo. Questo si formerà, salvo sorprese, attorno al principale partito antiuranio, che ha vinto il ballottaggio con il 36,6% dei voti: gli Inuit Ataqatigiit (IA), partito di sinistra il cui nome significa comunità Inuit.

Le elezioni in Groenlandia sembrano essere un affare locale, ma non a caso sono state monitorate da vicino da grandi potenze come Stati Uniti, Russia e Cina e dalle grandi compagnie minerarie internazionali. Beh, stavolta è andata male per loro.

 

 

 

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