Doomsday Clock: quei 3 minuti che mancano al collasso

Fine del mondo. Se arrivasse a mezzanotte mancherebbero appena tre minuti. Rispetto a qualche anno fa infatti abbiamo spinto ancora di più la Terra verso il collasso. Non è una delle solite teorie catastrofiste che chiamano in causa alieni, asteroidi e inversioni dei poli magnetici. Questa volta la minaccia è reale ed è l'uomo stesso. A lanciare l'allarme è stato il Bulletin of Atomic Scientists, secondo cui rispetto abbiamo avvicinato il mondo alla sua fine di 2 minuti rispetto a tre anni fa

Fine del mondo. Se arrivasse a mezzanotte mancherebbero appena tre minuti. Rispetto a qualche anno fa infatti abbiamo spinto ancora di più la Terra verso il collasso. Non è una delle solite teorie catastrofiste che chiamano in causa alieni, asteroidi e inversioni dei poli magnetici. Questa volta la minaccia è reale ed è l’uomo stesso. A lanciare l’allarme è stato il Bulletin of Atomic Scientists, secondo cui rispetto abbiamo avvicinato il mondo alla sua fine di 2 minuti rispetto a tre anni fa.

Nel 2012, infatti, mancavano ancora 5 minuti a mezzanotte. Che significa? Facile immaginarlo. Il cambiamento climatico e la creazione di enormi arsenali di armi nucleari costituiscono minacce pericolose per la sopravvivenza dell’umanità.

La probabilità della catastrofe globale è molto alta, avvisano gli scienziati, se non si interviene rapidamente. Per questo hanno deciso di spostare le lancette dello storico Doomsday Clock avanti di 2 minuti rispetto al 2012. Nel 2010 ne mancavano 6. Una cifra altalenante e legata alla situazione globale.

Nato durante la Guerra Fredda dalle menti dei ricercatori dell’università di Chicago, il Doomsday Clock mette in relazione la fine del mondo con l’autodistruzione dell’umanità provocata da vari motivi. Se nel 1947, anno della fondazione, il simbolico orologio globale segnava 7 minuti alla mezzanotte a causa del rischio nucleare, ora le lancette si sono spostate in avanti.

Nel 2015, il cambiamento climatico incontrollato, le globali modernizzazioni delle armi nucleari e la creazione di arsenali fuori misura di armi nucleari costituiscono minacce straordinarie e innegabili per la sopravvivenza dell’umanità, e i leader mondiali non sono riusciti a intervenire con la velocità necessaria per proteggere i cittadini dalla potenziale catastrofe. Questi fallimenti della leadership politica mettono in pericolo ogni persona sulla Terra”, ha spiegato Kennette Benedict, executive director della Bulletin of the Atomic Scientists.

Nonostante alcuni sviluppi positivi modesti nell’ambito dei cambiamenti climatici nell’anno passato, riflettendo il continuo progresso delle tecnologie per le rinnovabili, gli sforzi attuali sono del tutto insufficienti per impedire un riscaldamento catastrofico della Terra. Manca una correzione di rotta forte, i paesi del mondo hanno emesso anidride carbonica e altri gas a effetto serra sufficienti, entro la fine di questo secolo, a trasformare profondamente il clima della Terra, danneggiando milioni e milioni di persone e minacciando molti importanti sistemi ecologici su cui si basa la civiltà” lamenta il Bulletin.

L’ultimo paragrafo della dichiarazione del Consiglio avverte: “Nel 2015, con l’orologio spostato in avanti di tre minuti a mezzanotte, il Consiglio si sente in dovere di aggiungere, con un senso di grande urgenza: ‘La probabilità della catastrofe globale è molto alta, e le azioni necessarie per ridurre i rischi di catastrofe devono essere prese molto presto”.

Dalla sua creazione iul Doomsday Clock è stato spostato solo 18 volte, che vanno da due minuti prima della mezzanotte del 1953 ai -17 minuti del 1991. Nel primo caso, gli Stati Uniti avevano deciso di produrre la pericolosa bomba a idrogeno, provandola e cancellando un isolotto dell’Oceano Pacifico nel processo. Pochi mesi dopo, anche i Sovietivi li imitarono. Ma nel 1991, la fine della Guerra Fredda riporto indietro l’orologio di parecchi minuti.

Ma oggi, il rischio che corriamo è simile a quello del 1953. Siamo seduti su una bomba pronta ad esplodere, e a lanciarla siamo proprio noi.

Francesca Mancuso

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