Disastro ambientale: i musicisti brasiliani si mobilitano per la ricerca indipendente

Dal disastro che ha devastato il Brasile sono passati quasi 5 mesi ma ancora la situazione è drammatica. Vari gruppi di artisti si sono attivati per fare in modo che la tragedia non venga dimenticata. Per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale hanno organizzato e promosso una serie di concerti di beneficenza

Dal disastro che ha devastato il Brasile sono passati quasi 5 mesi ma ancora la situazione è drammatica. Vari gruppi di artisti si sono attivati per fare in modo che la tragedia non venga dimenticata. Per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale hanno organizzato e promosso una serie di concerti di beneficenza.

Lo scopo è anche quello di raccogliere fondi per finanziare studi indipendenti e analizzare gli impatti sociali e ambientali del disastro che ha colpito il paese. Il 5 novembre scorso, lo ricordiamo, le dighe di una miniera di ferro del Sud del Brasile crollarono mettendo in serio pericolo il bacino del Rio Doce a causa dello spargimento di residui tossici e sostanze inquinanti.

Un fiume di fango tossico è arrivato fino al mare, al largo della costa di Espirito Santo. Ma l’impatto della tragedia è ancora impossibile da calcolare in precisione. Il ricavato dei concerti, che si sono svolti a San Paolo e Belo Horizonte, sono stati destinati al progetto collettivo #SouMinasGerais. Gli artisti coinvolti, intervenuti volontariamente, sono Caetano Veloso, Milton Nascimento, Jota Quest, Emicida, Tulipa Ruiz, Ney Matogrosso, Fafa Belém, Maria Gadu, Mariana Aydar, Emicida, Nando Reis.

Il corso di un fiume non prevede la morte” (O curso de um rio não prevê a morte). È questo lo spot del progetto di collaborazione Rio de Gente, che ha come partner Greenpeace e altre organizzazioni. Proprio Greenpeace ha reso noti i bandi per sostenere i progetti di ricerca che aiuteranno a valutare gli impatti causati dalla tragedia.

fiumeConcerti brasile

Ma non solo. I progetti dovranno promuovere anche il ripristino delle aree devastate e gli aiuti alla popolazione. Greenpeace dal canto suo ha sottolineato l’importanza del monitoraggio dell’impatto ambientale, considerato uno strumento per non lasciare impunito il crimine commesso dalla società Samarco, cercando di fare attività di prevenzione ed evitare che si ripetano incidenti simili in futuro.

Nella prima fase, con il denaro raccolto dagli eventi, Rio de Gente promuoverà ricerca indipendente nella zona interessata dal disastro Samarco attraverso avvisi pubblici. I temi di ricerca saranno la fauna, la flora, l’acqua, gli impatti sociali e i diritti dei popoli.

Per i progetti sono a disposizione circa 85mila euro finora. Presto si conosceranno le attività finanziate visto che il termine ultimo per presentare la candidatura è il 22 marzo.

“La ricerca scientifica servirà a dare la colpa per il disastro ai veri responsabili, permettendo il risanamento ambientale e facendo in modo che la vita delle persone sia basata sull’equità e su informazioni affidabili” spiega Greenpeace.

Non basterà ma è già un primo passo.

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