La deforestazione in Amazzonia è ai massimi livelli: 10mila km quadrati persi in un anno, il 100% in più

Quest’anno la deforestazione in Amazzonia ha raggiunto livelli record, con quasi 10.000 km quadrati persi in soli due mesi.

Quest’anno la deforestazione in Amazzonia ha raggiunto livelli record, con quasi 10.000 km quadrati persi in soli dodici mesi.

Secondo i dati del Programma di monitoraggio satellitare della foresta amazzonica brasiliana (Prodes) dell’Istituto brasiliano di ricerche spaziali (INPE), l’aggressione alla più grande riserva di carbonio della Terra da parte di allevatori e agricoltori, minatori e taglialegna ha subito un’impennata con un incremento della deforestazione pari al 29,5% rispetto ai 12 mesi precedenti.
Incremento che sale al 100% se si considerano i mesi da agosto a ottobre di quest’anno.

Si tratta del tasso di deforestazione più alto registrato dal 2008, che ha determinato la perdita di un’area forestale equivalente a 1,4 milioni di campi da calcio.

Numeri che confermano come le politiche di Bolsonaro stiano mettendo in serio pericolo la foresta, oltre ad allontanare sempre più il Brasile dal raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi nel ridurre le emissioni di carbonio.

I gruppi ambientalisti incolpano proprio il governo di Jair Blsonaro per “ogni centimetro di foresta persa”, poiché il presidente brasiliano ha “indebolito le protezioni ambientali, ha sostenuto i disboscatori e ha incoraggiato il land grabbing“, l’accaparramento di terreni.

“Non sorprende che ciò avvenga perché il presidente ha difeso il crimine ambientale e ha promosso l’impunità”, ha dichiarato Adriana Ramos dell’Instituto Socioambiental (ISA) brasiliano.

Anche Greenpeace sottolinea la responsabilità del governo Bolsonaro nell’aumento drammatico della deforestazione:

“La politica del presidente Bolsonaro sta annientando la capacità del Brasile di combattere la deforestazione, favorendo chi commette crimini ambientali e incoraggiando le violenze verso Popoli Indigeni e comunità forestali tradizionali.
Agire per porre fine alla deforestazione – dell’Amazzonia e di tutte le foreste del Pianeta – deve essere un obiettivo globale della Comunità Internazionale. Il governo brasiliano deve proteggere la foresta e i suoi abitanti, mentre governi nazionali e Ue devono impegnarsi concretamente e proporre una legislazione in grado di garantire che il cibo che mangiamo e i prodotti che utilizziamo non vengano prodotti a scapito dei diritti umani e delle foreste del Pianeta” ha dichiarato Martina Borghi, della campagna foreste di Greenpeace Italia.

“Proposte come la legalizzazione del land grabbing, mining e agricoltura nelle terre indigene, nonché la riduzione dei requisiti per costruire nuove infrastrutture determineranno un ulteriore peggioramento nei prossimi anni.
La domanda è: per quanto tempo i partner commerciali del Brasile confideranno nelle sue promesse di sostenibilità e rispetto dell’accordo di Parigi, mentre le foreste stanno andando distrutte, i leader indigeni vengono uccisi e le leggi ambientali vengono infrante?”, chiede Carlos Rittl del Climate Observatory.

Tra i partner commerciali del Brasile c’è anche l’Europa, e la deforestazione in Amazzonia potrebbe peggiorare anche a causa del nuovo accordo commerciale tra i Paesi dell’Unione europera e quelli del Mercosur, siglato lo scorso luglio.

Grazie all’intesa, l’Europa aumenterà le importazioni di carne e soia e altri prodotti da Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile, con conseguenze devastanti per le foreste, per i diritti umani e per il clima.

Per via di questo pericolo concreto, Greenpeace chiede all’Europa di sospendere l’accordo fino a che le foreste non verrà garantita un’adeguata protezione per le foreste.

“La distruzione delle foreste è una delle principali cause del cambiamento climatico e della massiccia estinzione delle specie a cui stiamo assistendo.
Proteggere le foreste e promuovere pratiche agricole sostenibili ed ecologiche, è fondamentale per affrontare la crisi climatica che stiamo attraversando.” scrivono i responsabili di Greenpeace in un comunicato stampa.

Lo scorso lunedì si è tenuto l’Amazon: Center of the World ad Altamira, città simbolo della deforestazione in Amazzonia, nello Stato di Parà.
Per l’occasione si sono riuniti centinaia di guardiani della foresta, leader indigeni, attivisti ambientali, esponenti del movimento Fridays for future e scienziati, con lo scopo di elaborare un manifesto per porre l’ambiente e la foresta amazzonica al centro del dibattito internazionale sulla crisi climatica.

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Tatiana Maselli

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