Così questo piccolo uccello, da sempre considerato un flagello, ha creato due foreste in aree abbandonate da anni

In due foreste inglesi la metà degli alberi sono stati piantati dalle ghiandaie: gli uccelli hanno dato un contributo alla riforestazione

In due foreste inglesi la metà degli alberi sono stati piantati dalle ghiandaie: gli uccelli avrebbero dato un enorme contributo alla rigenerazione delle aree precedentemente adibite a campi per l’agricoltura.

In Inghilterra, due vaste aree agricole abbandonate sono state ora riforestate senza particolari equipaggiamenti né tecnologie, ma grazie all’aiuto prezioso di piccoli uccelli dal piumaggio punteggiato di azzurro: le ghiandaie (nome scientifico Garrulus glandarius). Le due aree, rinominate New Wilderness e Old Wilderness, erano state abbandonate rispettivamente nel 1996 e nel 1961: la prima era un terreno coltivato a orzo, la seconda un pascolo per gli animali.

I ricercatori sono rimasti impressionati dalla velocità con cui sono tornate a uno stato selvatico, e quanto questo sia accaduto per merito degli uccelli. Se da un lato, infatti, parte della riforestazione è da attribuirsi all’effetto del vento (già di per sé un’ottima notizia, che dimostra che le aree agricole possono riforestarsi prima del previsto), anche animali come ghiandaie, scoiattoli e topi hanno svolto un ruolo essenziale nel dare forma alla nuova foresta. Dopo solo 24 anni, infatti, la New Wilderness si è trasformata in una foresta giovane e in salute, con una media di 132 alberi per ettaro – metà dei quali (57%) sono querce. Invece, la Old Wilderness ha impiegato 39 anni per raggiungere lo status di foresta matura, con circa 390 alberi per ettaro. La foresta ‘rigenerata’ dovrebbe raggiungere lo status di foresta a tutti gli effetti nel giro di qualche decade, secondo i ricercatori.

(Leggi: Piantare alberi può essere addirittura dannoso, se fatto nel posto sbagliato)

Molte persone non amano le ghiandaie e per molto tempo sono state considerate come un vero e proprio flagello – afferma Richard Broughton, autore dello studio. – Ma sono state proprio loro, insieme agli scoiattoli grigi, a piantare più della metà degli alberi di queste aree in modo completamente naturale.

Ogni anno, il nostro pianeta perde circa 5 milioni di ettari di foresta: la maggior parte viene persa ai tropici, ma tutto il pianeta è chiamato a contrastare questo impoverimento ambientale, proteggendo gli ecosistemi e limitando i danni provocati dai cambiamenti climatici. I ricercatori confidano del potere della natura di rigenerarsi da sola, se lasciata fare – come nel caso di queste aree inglesi, con l’aiuto dei fenomeni atmosferici e degli animali – e sperano che, in futuro, i progetti di riforestazione possano sfruttare un approccio più naturale e meno artificialmente forzato dalla mano dell’uomo. 

Fonte: PLOS One

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