Apre la COP25 a Madrid e l’ONU avverte che non c’è più tempo da perdere per dare risposte alla crisi ambientale

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già arrivati e non c'è più tempo. Occorre dare risposte concrete per affrontare la crisi ambientale subito.

Leader politici ed esperti sul clima saranno impegnati da oggi e fino al 13 dicembre alla conferenza COP25 di Madrid, per trovare risposte alla crisi ambientale.

Questo incontro segna l’inizio di 12 mesi di negoziati che culmineranno a Glasgow con la COP26, a novembre del prossimo anno.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha ricordato quanto affermato di recente dagli scienziati, e cioè che “il punto di non ritorno non è più all’orizzonte” e ha sottolineato l’importanza di agire subito per evitare il peggio.

“I prossimi 12 mesi saranno cruciali, è essenziale garantire impegni nazionali più ambiziosi, in particolare da parte dei principali produttori, per iniziare immediatamente a ridurre le emissioni di gas serra a un ritmo coerente con il raggiungimento della neutralità del carbonio entro il 2050.
Dobbiamo semplicemente smettere di scavare e perforare e sfruttare le vaste possibilità offerte dalle energie rinnovabili e dalle soluzioni basate sulla natura”, ha affermato Guterres.

Gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici stanno già minacciando milioni di persone, soprattutto nei paesi più poveri.

Come ha ricordato Guterres ”La grande ingiustizia della crisi climatica è che i suoi effetti ricadono maggiormente sui meno responsabili”.

In un recente rapporto, Save the Children ha sottolineato come inondazioni, frane, siccità e cicloni abbiano causato un’emergenza per 33 milioni di persone nell’Africa orientale e meridionale. Circa la metà sono bambini.

“La crisi climatica sta accadendo qui e sta uccidendo le persone, costringendole a lasciare le loro case e distruggendo la possibilità di un futuro per i bambini”, ha affermato Ian Vale di Save the Children.

Quasi tutti i paesi del mondo hanno firmato e ratificato l’accordo sul clima di Parigi e, secondo i termini del patto, dovranno mettere sul tavolo nuovi impegni climatici entro la fine del 2020.

Il presidente dell’ONU ha sollecitato tutti i paesi a ridurre le proprie emissioni del 7,6% all’anno e ha chiesto loro di cessare i sussidi per l’estrazione di combustibili fossili e di costruire nuove centrali elettriche a carbone.

Circa 50 leader mondiali parteciperanno all’incontro nella capitale spagnola, ma il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non sarà tra questi.
Sarà invece presente la presidente della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, che parteciperà alla conferenza con una delegazione congressuale.
Gli ambientalisti americani vorrebbero però vedere passi concreti sul clima.

“È eccezionale che Pelosi stia arrivando a Madrid al posto di Trump, ma i gesti simbolici non sostituiscono azioni coraggiose.
L’America rimane il principale paese ad aver contribuito all’emergenza climatica e persino i politici democratici non si sono mai impegnati ad assumersi la responsabilità della nostra quota”, ha affermato Jean Su del Centro americano per la diversità biologica.

Mentre a Madrid si svolge la COP25, a Napoli i leader politici si sono incontrati oggi per discutere, fino al 5 dicembre, delle misure urgenti e necessarie per salvaguardare il Mediterraneo dagli effetti del riscaldamento globale e dell’inquinamento che minacciano la biodiversità e la sicurezza delle persone.

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