Obama a Oslo premiato con il Nobel per Pace 2009

Oggi si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace, assegnato al presidente degli USA, Barack Obama.

La dico subito. Ritengo Obama un potenziale Gandhi. L’ho sparata troppo grossa ? Cerco di mantenere l’obiettività, ma non sono sicuro di riuscirci, quindi sentiti in dovere di essere in disaccordo con me, se lo credi, e manifesta il tuo dissenso. Ma non mi farai cambiare idea, spero.

Oggi si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace, assegnato al presidente degli USA, Barack Obama. E proprio a Gandhi Obama si è ispirato nel discorso di accettazione, ma solo per sottolineare come sia un personaggio minore rispetto allo scomparso leader indiano.

Il Premio Nobel per la Pace raramente è stato assegnato ad una personalità coinvolta nello scenario politico internazionale da così poco tempo. Ma Obama ispira fiducia, non solo in America dove ha battuto nelle preferenze marpioni politici come McCain o donne forti anche nell’immagine, come negli apparati, come Hillary Clinton. Un outsider per le presidenziali americane, un outsider per il Nobel.

Ma ispira fiducia. E così deve essere stato anche per il comitato che lo ha proclamato, scegliendolo “tra tante persone che lo meritavano più di me” come ha tenuto a sottolineare lo stesso presidente americano.

Ed è umile, caratteristica poco diffusa nel Potere. Forse troppo. Voglio dire, se lo hanno premiato un motivo ci sarà. Invece il suo discorso è stato improntato nel porsi su un piano inferiore ai Grandi Nobel che lo hanno preceduto (Gandhi, Madre Teresa, Mandela). E a giustificare una guerra che chiunque ha approvato il giorno dopo l’11 settembre 2001. Uscire oggi dall’Afghanistan attuale farebbe male all’Afghanistan stesso, alla regione, al mondo. “Un movimento non-violento – ha detto durante la cerimonia – non avrebbe fermato i soldati di Hitler.” E noi, fiduciosi, la pensiamo allo stesso modo.

È solo all’inizio del suo lavoro e ha solo lasciato intravedere, anche con semplici strette di mano, il suo potenziale. E giustamente alcuni dimostranti hanno lasciato degli striscioni sulle strade di Oslo che attendevano il passaggio del corteo di Obama con scritto: “Hai vinto il premio, ora devi meritarlo“. Lo penso anche io e lo sottoscrivo. Ma ci credo, ci voglio credere.

Io gli dò fiducia.

E gliene danno anche tante persone comuni, tanti personaggi politici e tanti leader di opinione, e per quanto riguarda il nostro lavoro, tante associazioni ambiantaliste. Di seguito alcuni loro commenti.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia ha dichiarato: “È un’attestazione della sua abilità di guidare, ispirare e lavorare verso soluzioni effettive alle gravissime minacce che il mondo deve affrontare. Siamo stati felici di sentirlo affermare senza mezzi termini nel suo discorso per il ritiro del premio, che un’azione rapida e risoluta contro il cambiamento climatico è fondamentale per costruire una pace giusta e duratura”.

Anche Greenpeace si congratula con il Presidente Barack Obama per il Nobel per la Pace e lo invita a usare questa opportunità “per ottenere un accordo ambizioso, giusto e legalmente vincolante quando, la settimana prossima, parteciperà al summit delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici di Copenhagen”.

Mario Notaro

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