Concerto del 1 maggio a Roma: sensibilizzazione e censura sul referendum sul nucleare

In un momento in cui il dibattito sul nucleare è in cima all'agenda di media e cittadinanza e in cui il referendum previsto per il 12 e 13 giugno è a rischio in seguito all'emendamento al decreto omnibus, un appuntamento importante come il concertone del 1 maggio a Roma non poteva che essere occasione di sensibilizzazione e movimentazione contro un'energia tanto sporca e pericolosa quanto, purtroppo, oggigiorno utilizzat

In un momento in cui il dibattito sul nucleare è in cima all’agenda di media e cittadinanza e in cui il referendum previsto per il 12 e 13 giugno è a rischio in seguito all’emendamento al decreto omnibus, un appuntamento importante come il concertone del 1 maggio a Roma non poteva che essere occasione di sensibilizzazione e movimentazione contro un’energia tanto sporca e pericolosa quanto, purtroppo, oggigiorno utilizzata.

E proprio per dire NO al nucleare e far capire che si tratta di un’energia troppo pericolosa per continuare ad essere utilizzata e a rappresentare una delle maggiori fonti di approvigionamento, Greenpeace ha approfittato dell’occasione per esporre davanti a migliaia di persone uno striscione di 120 mq con il simbolo dell’urlo anti-nucleare, sostenuto da 30 attivisti mischiati tra la folla.

Hanno fatto da spalla alla diffusione del messaggio anche diversi artisti sul palco, tra cui Luca Barbarossa, Eugenio Finardi e i Radiodervish che, durante la loro performance, hanno indossato la maglietta “Nuclear Emergency” e hanno registrato un video messaggio per ribadire il loro NO al nucleare e sostenere il SI’ al referendum di giugno. Ringraziamo tutti gli artisti che hanno accolto con forte motivazione il nostro invito. Grazie al loro impegno – ha dichiarato Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia – il nostro messaggio contro il nucleare è arrivato al pubblico presente al concerto del 1° maggio. Su un tema tanto importante i cittadini devono potersi esprimere con il loro voto. Solo votando Sì al referendum di giugno, fermeremo per sempre i progetti nucleari in Italia.

Sempre dal concerto del 1 maggio si leva però il grido di denuncia del Comitato referendario “Vota SI per fermare il nucleare”, formato da oltre 70 associazioni, che protesta contro la liberatoria fatta firmare dalla RAI agli artisti che prendevano parte al concerto: pare infatti che, come confermato anche da Ascanio Celestini, nella liberatoria che viene solitamente fatta firmare a chi è soggetto a riprese audiovisive, ci fosse questa volta anche una clausola per far sì che gli artisti si astenessero da dichiarazioni o commenti che potessero influenzare il voto di giugno, pena una multa anche alquanto salata. Per questo in una nota il comitato dichiara “inaccetabile che da una parte non sia ancora stato approvato il regolamento che governa l’informazione per i referendum – regolamento che avrebbe dovuto già essere in vigore – e dall’altra, invece, si applicano regole estemporanee e che, con ogni evidenza non rispettano il sentire degli italiani”. E riguardo la presunta multa prosegue:quelle decine di migliaia di euro che pendono sulla libertà d’espressione degli artisti sono un’offesa inaccettabile alla libertà d’espressione e al pluralismo. Un’offesa agli italiani.

Pare insomma che, con un’espediente o con un altro, di questo referendum non si voglia parlare e, ancor di più, si stia cercando di eliminarlo del tutto: Ma aggireremo la censura – conclude il Comitato – quello che non hanno potuto dire dal palco gli artisti lo hanno detto alle nostre telecamere. Le loro dichiarazioni saranno da domani sul sito www.fermiamoilnucleare.it.

Guarda i video messaggi:

Luca Barbarossa:

 

Eugenio Finardi:

 

Radiodervish:

 

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