Svezia: la centrale nucleare di Oskarshamn fermata dalle meduse

Un blitz anti-nucleare a tutti gli effetti, solo che a compierlo sono state delle meduse. Siamo alla centrale nucleare di Oskarshamn, in Svezia. Qui, una colonia di questi animaletti marini è entrata nei tubi d'acqua fredda dell'impianto, causandone la chiusura per tre giorni

Un blitz anti-nucleare a tutti gli effetti, solo che a compierlo sono state delle meduse. Siamo alla centrale nucleare di Oskarshamn, in Svezia. Qui, una colonia di questi animaletti marini è entrata nei tubi d’acqua fredda dell’impianto, causandone la chiusura per tre giorni.

A nulla è valso l’immediato tentativo di rimuoverle. Ma non state le meduse ad invadere i canali dove circola l’acqua per il raffreddamento del reattore 3. I poveri animali sono stati letteralmente risucchiati dal sistema di aspirazione sottomarino della centrale, che si affaccia sulle acque del Mar Baltico.

Gli operatori della centrale, che si trova nel sud-est della Svezia hanno dovuto fare in fretta la scorsa domenica e arrestare il reattore 3. È stato stimato che tonnellate di meduse sono finite nei tubi. Ieri questi ultimi sono stati svuotati e gli ingegneri si stanno preparando per riavviare il reattore da 1.400 MWe, secondo quanto riferito da Anders Osterberg, portavoce di OKG, il gestore dell’impianto.

Un sacrificio vano, quello delle meduse, visto che lo stop durerà solo pochi giorni. La centrale elettronucleare di Oskarshamn è una delle più grandi del mondo. Situata nella contea di Kalmar, in Svezia, è composta da 3 reattori BWR (ad acqua bollente – Boiling Water Reactor) che producono 2511 MW di potenza netta.

Quello delle medusa non è un “problema” nuovo per le centrali nucleari. Lo scorso, l’impianto di Diablo Canyon in California ha dovuto chiudere il suo reattore 2 per lo stesso motivo. E nel 2005 è toccato ancora a Oskarshamn, dove il reattore 1 è stato spento temporaneamente a causa di un improvviso afflusso di meduse.

centrale nucleare svezia

Le centrali nucleari hanno bisogno di un flusso costante di acqua per raffreddare i reattori e le turbine, motivo per cui molti impianti sorgono vicino a grandi masse d’acqua. Un esempio tristemente noto è Fukushima.

Lene Moller, ricercatore presso l’Istituto svedese per l’ambiente marino ha commentato: “È molto difficile dire se ci sono più meduse visto che non sono disponibili dei dati storici”. Quella che è finita nei canali del reattore nucleare è una delle specie che può diffondersi anche in aree estreme.

Anche la Natura dice no all’atomo

Francesca Mancuso

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