Cambiamenti climatici: entro 200 anni New York (e Venezia) sott’acqua

A causa dei cambiamenti climatici, città come NewYork e Venezia finiranno sott'acqua insieme Miami e Bangkok. La nuova conferma arriva da un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Science. Nonostante ciò i grandi della Terra non sono ancora riusciti ad accordarsi sulle soluzioni da prendere a livello globale per contrastare l'aumento delle temperature

A causa dei cambiamenti climatici, città come New York e Venezia finiranno sott’acqua insieme Miami e Bangkok entro 200 anni. La nuova conferma arriva da un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Science. Nonostante ciò i grandi della Terra non sono ancora riusciti ad accordarsi sulle soluzioni da prendere a livello globale per contrastare l’aumento delle temperature.

Secondo l’analisi, il livello del mare potrebbe aumentare fino a 6 metri sopra i livelli attuali. Un rischio per tutti coloro che vivono nelle zone costiere del mondo.

È quanto è emerso dopo che i ricercatori hanno messo a confronto vaste ricerche sullo scioglimento delle calotte polari negli ultimi 30 anni.

Il cambiamento climatico non è affatto una novità come non lo è il fatto che le città costiere siano quelle che corrono i rischi maggiori legati all’innalzamento dei livelli del mare.

Ma il nuovo studio ha evidenziato che un aumento di 6 metri del livello del mare si era già verificato negli ultimi 3 milioni di anni. A provocare tutto ciò, era bastato un “semplice” aumento delle temperature del pianeta di 1-2° gradi.

La stessa verso cui stanno lavorando i leader delle Nazioni Unite in vista della conferenza sul clima che si svolgerà a Parigi a dicembre.

Sono le Maldive il paese che corre il rischio maggiore e secondo gli scienziati saranno il primo paese del mondo a scomparire a causa del livello del mare. La maggior parte delle isole dell’arcipelago si trovano a 1,5 metri sopra il livello del mare.

E si pensa già a soluzioni drastiche. Il leader del paese ha infatti in programma l’acquisto di terreni all’estero nel caso in cui la popolazione dell’isola dovesse muoversi, se le previsioni si trasformeranno in realtà.

Il ricercatore capo Andrea Dutton dell’Università della Florida ha detto: Quando il pianeta si riscalda, i poli si riscaldano ancora più velocemente, sollevando importanti domande su come le lastre di ghiaccio in Groenlandia e Antartide risponderanno”.

Nel mese di dicembre, i leader mondiali si riuniranno a Parigi per trovare una soluzione per limitare di 2° l’aumento globale delle temperature. Superando questi livelli, i rischi per la Terra sarebbero irreversibili. Ma le prospettive dell’accordo sono tutt’altro che rosee. Di recente, un’analisi condotta dal Fondo Monetario Internazionale ha rivelato che le sovvenzioni a favore delle fonti fossili nel 2015 sono state superiori alla spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo: 5,3 trilioni di dollari investiti per avvelenare ancora di più il pianeta. Soldi intascati dalla lobby.

Eppure le soluzioni ci sarebbero già. Le fonti rinnovabili sono ormai una certezza.

Francesca Mancuso

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