Blitz di Greenpeace alla Camera contro lo Sblocca Italia: “No trivelle, sì rinnovabili”

“No trivelle, sì rinnovabili”, il messaggiodiGreenpeace è chiaro. Chissà se lo hanno capito i deputati che oggi lo hanno letto nello striscione che l'associazione ha aperto durante un blitz a Montecitorio. O almeno ci hanno provato, visto che a metà dell'opera sono stati bloccati dai commessi della Camera. Questa mattina in aula si votata la fiducia all'indigesto “Sblocca Italia”, che strizza l'occhio alle fonti fossili rinnegando il valore delle rinnovabili

“No trivelle, sì rinnovabili”, il messaggio di Greenpeace è chiaro. Chissà se lo hanno capito i deputati che oggi lo hanno letto nello striscione che l’associazione ha aperto durante un blitz a Montecitorio. O almeno ci hanno provato, visto che a metà dell’opera sono stati bloccati dai commessi della Camera. Questa mattina in aula si votata la fiducia all’indigesto “Sblocca Italia”, che strizza l’occhio alle fonti fossili rinnegando il valore delle rinnovabili.

Il dl 133/2014 avrebbe dovuto, almeno secondo le promesse, favorire le energie pulite e la crescita dell’Italia in chiave sostenibile, ma le attese sono state tutte deluse. E l’articolo 38 di fatto autorizza trivellazioni mettendo a rischio l’ecosistema marino del nostro paese.

Un po’ come strizzare qualche goccia d’acqua da una spugna ormai asciutta, lo “Sporca Italia”, com’è già stato soprannominato, “rischia di rendere i mari italiani un far west in mano ai petrolieri” spiega Greenpeace. Il blitz, seppure riuscito a metà, ha comunque lanciato il messaggio.

Ma cosa prevede l’articolo 38 e perché è stato ribattezzato “Sblocca trivelle”? Si legge nel primo comma: “Al fine di valorizzare le risorse energetiche nazionali e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”. Risorse energetiche ormai agli sgoccioli.

L’articolo ha dato il via libera a tutte le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, svuotando il valore delle valutazioni ambientali e dando alle Regioni un ruolo di secondo piano.

Multinazionali energetiche e governi ci raccontano che carbone, petrolio, gas e nucleare sono necessari e sicuri, ma la verità è una sola: provocano guerre, inquinamento, malattie e una moltitudine di costi per i cittadini. Basta, è giunto il momento di voltare le spalle alle fonti fossili! Come cittadini è nostro diritto e dovere chiedere per l’Italia e l’Europa un futuro pulito e sicuro. Unisciti a noi, firma la Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili: esistono energie che sono rinnovabili, efficienti, accessibili a tutti e senza effetti collaterali per l’uomo e l’ambienteè l’appello di Greenpeace Italia.

Ecco il video del blitz di questa mattina:

Facciamo capire ai politici e alle aziende che non possono giocare con il nostro futuro e che l’energia verde è l’unica che vogliamo,” sostiene Greenpeace che invita a firmare la Dichiarazione di indipendenza dalle fonti fossili, chiedendo all’Europa di scegliere la strada dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica.

Un’Europa che dal canto suo non ha brillato. Proprio la scorsa settimana infatti è stato approvato dal Consiglio Ue il pacchetto clima energia 2030, che ha deluso le aspettative. Un problema di portata continentale?

Per dire no alle fossili in Italia e in Europa, firma la petizione #nonfossilizziamoci di Greenpeace

Francesca Mancuso

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