Artico: non mollano i 6 attivisti aggrappati alla piattaforma Shell per dire no alle trivellazioni

Trivellazioni nell'Artico: non scendono giù i sei attivisti di Greenpeace che quasi novanta ore fa hanno scalato (#theCrossing) la Polar Pioneer, la piattaforma in uso a Shell

Trivellazioni nell’Artico: non scendono giù i sei attivisti di Greenpeace che quasi novanta ore fa hanno scalato (#theCrossing) la Polar Pioneer, la piattaforma in uso a Shell – che negli ultimi 2 anni aveva detto stop alla ricerca dell’oro nero in quell’area – e ora in viaggio nell’Oceano Pacifico.

Il loro obiettivo è opporsi alle trivellazioni nel Mare di Chukchi, vicino l’Alaska, dal momento che solo qualche giorno fa il Dipartimento degli Interni degli Sati Uniti aveva annunciato un primo via libera alle concessioni petrolifere nell’Artico. Un passo che potrebbe significare che entro cento giorni Shell sarà autorizzata a trivellare proprio lì.

I sei attivisti hanno aperto nelle scorse ore uno striscione raffigurante un gufo delle nevi, contenente i nomi di milioni di persone che in tutto il mondo hanno firmato finora la petizione di Greenpeace in difesa dell’Artico.

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Secondo il governo americano, ci sarà il 75% delle possibilità che avvenga un ingente sversamento di petrolio nel Mare di Chukchi, come conseguenza di attività di pompaggio e trattamento in quell’area. La Shell sostiene di avere le capacità per fronteggiare una tale evenienza, ma una ricerca indipendente realizzata dalla National Academy of Sciences chiarisce come non ci sia un modo efficace per rimediare a uno sversamento petrolifero in un’area così remota, ghiacciata e tempestosa come l’Artico.

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Come si potrà fronteggiare, allora, uno sversamento di così grandi proporzioni? Evitarlo e battere in ritirata no eh?

I sei attivisti – che non stanno interferendo con le operazioni di navigazione – sono la statunitense Aliyah Field, (@aliyahfield), il neozelandese Johno Smith, (@nsp_one), lo svedese Andreas Widlund, (@widlundandreas), l’austriaca Miriam Friedrich (@mirifriedrich), l’australiana Zoe Buckley Lennox (@zoevirginia) e il tedesco Jens Loewe (jens4762).

Germana Carillo

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