La crisi di governo fa male alle sfide ambientali e rischia di far saltare appuntamenti importantissimi

Al di là dell’emergenza sanitaria, questa crisi di governo ci costerà cara e amara. Anche in termini di sfide ambientali.

Crisi di governo, sicuri che era il momento giusto per aprirla? Al di là dell’emergenza sanitaria e al di là anche della possibilità di gettare finalmente le basi per la conversione ecologica del Paese, questa terribile stasi in Parlamento ci costerà cara e amara. Anche in termini di sfide ambientali.

Già perché non bastava la pandemia cui ancora dobbiamo fermamente tener conto, il polverone politico che rischia di abissarci potrebbe mettere in stand-by tutta una serie di appuntamenti su clima, biodiversità e ambiente importantissimi per il futuro delle generazioni attuali e di quelle che verranno.

Nell’ultimo periodo (anche da prima della crisi, a dire il vero) sembrano essere spariti dalle agende politiche (ma forse non ci sono mai entrati) gli appuntamenti dove si giocano le sfide ambientali fondamentali oltre che la credibilità internazionale del nostro Paese”, denunciano dal WWF.

Già la prossima primavera sarà cruciale per l’agricoltura green a livello europeo visto che le istituzioni comunitarie affronteranno la nuova Politica Agricola Comune (PAC), che potrebbe essere l’occasione per orientare il Vecchio continente verso l’obiettivo di  produzioni agricole sulla base della campagna europea Farm2Fork (che si propone il miglioramento della qualità delle produzioni alimentari e il contenimento degli impatti ambientali che questi determinano).

C’è poi il G20 di Roma il 31 e 31 ottobre, con la presidenza dell’Italia, focalizzato sul clima, transizione energetica e natura, preceduto da una specifica sessione su Clima ed Energia prevista a Napoli per il 22 e 23 luglio. Il G20 sarà cruciale per arrivare in modo più sinergico alla COP26 sul Clima che si svolgerà a Glasgow (dal 1 al 12 novembre). Anche in questo caso sono attesi due eventi preparatori italiani: la Youth COP dal 28 al 30 settembre, dedicata appunto ai giovani e, subito dopo, sino al 2 ottobre la pre COP ufficiale, entrambi programmati a Milano, fondamentali proprio per dare voce ai giovani per accelerare l’azione sul clima e fare in modo davvero di limitare il riscaldamento globale sotto 1,5°C.

Il tutto mentre a livello europeo completerà il suo iter la Legge sul Clima, legge quadro che andrebbe messa a punto e approvata anche in Italia, come in moltissimi altri Paesi europei.

Il 2021, poi, per le Nazioni Unite sarà Food Year, l’anno del cibo: un tema su cui l’Italia potrebbe avere un ruolo fondamentale. Connesso a questo tema, sebbene ancora non confermato, ad ottobre dovrebbe poi svolgersi a Roma il congresso mondiale FAO-ONU.

Il 2021 sarà un anno cruciale anche per la biodiversità. Dopo il One Planet Summit tenutosi a Marsiglia lo scorso 11 gennaio, in primavera, ad aprile, a livello europeo si discuterà della strategia comunitaria sulla biodiversità mentre tra settembre ed ottobre, salvo il protrarsi dell’emergenza COVID, a Kunming in Cina è prevista la COP 15 proprio sulla biodiversità. A giugno, inoltre, sempre che l’emergenza sanitaria permetta di organizzarla in presenza, si dovrebbe svolgere Conferenza mondiale sugli Oceani organizzata dalle Nazioni Unite dove certamente le problematiche saranno trattate sia in relazione al cambiamento climatico che alla biodiversità. E sui temi della tutela di specie ed habitat a settembre dovrebbe esserci anche il congresso dell’IUCN, cioè dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Infine, in quest’anno si dovranno dare concretezza agli impegni assunti dall’Italia con la sottoscrizione della Leaders’ Pledge For Nature and People, sottoscritta anche da altri 82 Capi di Stato e di Governo, in cui, tra l’alto, i leader mondiali hanno dichiarato.

Si tratta di scadenze internazionali in grado di disegnare le politiche ambientali dei prossimi anni. Impegni che il nostro Paese non può permettersi di sottovalutare se vuole essere protagonista dell’auspicata rivoluzione verde che sentiamo citata in tutte le dichiarazioni ufficiali, che fa capolino dalle tabelle di ogni piano ma che, alla prova dei fatti, per trovare una dimensione reale hanno bisogno di stabilità politica ed una larga condivisione degli obiettivi”, concludono dal WWF.

La soluzione? I nostri cari politici dovrebbero focalizzare l’attenzione su questioni essenziali da cui dipende non una stagione politica ma il futuro di noi tutti.

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