Amianto, dopo 30 anni dalla messa al bando finalmente arriva la prima mappatura nazionale

Stanziati 8 milioni di euro che permetteranno finalmente di mappare gli edifici e di digitalizzare l’archivio ministeriale sulle bonifiche

Era il 1992 quando l’amianto venne messo al bando in Italia. Sono passati quasi 30 anni ma ancora non è stata fatta una mappatura nazionale degli edifici che lo contengono. Almeno finora. Il Ministro dell’ambiente Costa ha annunciato uno stanziamento di 8 milioni di euro che permetteranno finalmente di mappare gli edifici e di digitalizzare l’archivio ministeriale sulle bonifiche.

A distanza di 30 anni, da quando è stata vietata la lavorazione, l’uso e il commercio dell’amianto perché ritenuto pericoloso per la salute umana, molto è stato fatto ma non abbastanza. Sarebbe stato necessario tracciare fin da subito gli edifici che lo contenevano ma purtroppo ci sono solo mappature regionali a macchia d’olio, senza alcuna banca dati nazionale.

“Ancora vediamo tetti, coperture, serbatoi d’acqua in amianto” denuncia Costa. “Pensate, che ancora oggi si stimano 2400 scuole con presenza di materiale contenente amianto. È incredibile. Ma non solo: pensiamo agli ospedali, o a tantissime strutture pubbliche. Da qui dobbiamo partire”.

E finalmente la strada giusta sembra segnata. E’ stata appena stipulata una convenzione tra Invitalia e il Ministero che decorrerà dal 1° gennaio 2021 e avrà una durata di 63 mesi. Essa si inserisce tra i progetti sull’amianto, come “Asbesto 2.0”, finanziato nel 2017 e nel 2018 dal Ministero e punta a identificare gli edifici con presenza di amianto nelle coperture, a partire dalle scuole.

Per la convenzione stati messi a disposizione quasi 8 milioni di euro volti alla mappatura degli edifici pubblici che contengono amianto e ala digitalizzazione e catalogazione degli atti sulle bonifiche della Direzione generale del ministero dell’Ambiente.

“Abbiamo investito 8 milioni di euro con cui, grazie a una convenzione con Invitalia, avviamo finalmente questo importante lavoro. Andava fatto venti, trent’anni fa, lo so. Ma finalmente mettiamo mano a questo dannoso problema. Ancora oggi ci sono ogni anno migliaia di morti per malattie derivanti dall’amianto come asbestosi, placche pleuriche, mesoteliomi, tumori polmonari e altre malattie. L’amianto ha tempi di incubazione lunghissimi: se lo respiri oggi puoi manifestare i primi sintomi anche tra 20-30 anni, quindi è molto difficile poi risalire alla fonte dell’esposizione. Per questo è urgente più che mai affrontare questo tema e identificare velocemente la presenza di amianto e arrivare, come fine ultimo, a rimuoverlo da tutti gli edifici, pubblici e privati” ha aggiunto Costa.

I dati raccolti saranno dunque accessibili a tutti.

In ritardo di 28 anni, ma ce l’abbiamo fatta.

Fonti di riferimento: Ministero dell’ambiente, Facebook/Sergio Costa

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