Accordo di Parigi: entra in vigore, ma non basterà. Verso la COP22

Da oggi, 4 novembre 2016, entra finalmente in vigore l’Accordo sul Clima di Parigi. La speranza è che con questo accordo si inizino davvero a ridurre le emissioni di Co2 e la dipendenza globale dalle fonti fossili.

Da oggi, 4 novembre 2016, entra finalmente in vigore l’. La speranza è che con questo accordo si inizino davvero a ridurre le emissioni di Co2 e la dipendenza globale dalle fonti fossili.

Servono innovazione e dedizione per fare in modo che grazie alle nuove tecnologie si velocizzi il passaggio alle energie rinnovabili e si riducano l’inquinamento e le emissioni nocive da parte delle realtà che ne sono responsabili.

L’Accordo sul Clima di Parigi dovrà necessariamente agire in questa direzione perché altrimenti si intensificheranno senza tregua i danni causati dal riscaldamento globale e dai cambiamenti climatici: inquinamento atmosferico, migranti del clima, desertificazione, siccità, difficoltà in agricoltura, acidificazione degli oceani e non solo.

Secondo Greenpeace stiamo entrando in un anno cruciale per il clima. Siamo in vista della COP22, la prossima Conferenza internazionale sul clima che si svolgerà a Marrakech dal 7 al 18 ovembre 2016. Sarà una nuova occasione per riunire i vertici del Pianeta in una discussione che ci tocca sempre più da vicino. Accordo di Parigi e COP22 porteranno finalmente ad una svolta favorevole per il clima e per l’ambiente?

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Con la COP22 si prevede di fissare un nuovo piano per il clima con la partecipazione del Governo del Marocco e della società civile. La conferenza di Marrakech sarà la prima occasione per riunire le parti coinvolte subito dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi.

La COP22 si propone di facilitare il raggiungimento di quanto stabilito con l’accordo di Parigi. In particolare, secondo il presidente della COP22, gli Stati e la società civile devono collaborare per concretizzare quanto messo sulla carta con l’Accordo di Parigi.

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Nel mondo il passaggio alle rinnovabili si sta velocizzando ma stanno purtroppo aumentando le emissioni di Co2. I Governi dovranno tenerne conto perché l’insieme di questi fattori deve essere preso in considerazione per tutelare l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi e la popolazione globale.

In particolare dobbiamo tenere conto che nel 2015 per la prima volta i livelli di anidride carbonica si sono mantenuti su scala mondiale per l’intero anno oltre le 400 parti per milione, come annunciato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale.

Nello stesso tempo la Iea, l’Agenzia internazionale per l’energia, ha annunciato che il 2015 è stato l’anno record per la crescita dellnergia rinn’e ovabile. Per la prima volta, nella realizzazione di nuovi impianti per la produzione di elettricità le fonti rinnovabili hanno superato il carbone.

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Tra pochi giorni, la riunione COP22 a Marrakech farà il punto sugli impegni presi a Parigi nel corso della Cop 21 del dicembre scorso. La buona notizia è che gli impegni assunti a Parigi sono già operativi. Anche l’Italia il 27 ottobre, con l’approvazione del Senato, ha perfezionato l’iter di ratifica dell’Accordo di Parigi. Il disegno di legge approvato dalle Camere prevede il versamento del contributo italiano al Green Climate Fund, pari a 150 milioni di euro per il triennio 2016-2018, come ha sottolineato l’Asvis.

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Slow Food Italia spera che la COP22 possa prendere finalmente in considerazione il tema dell’agricoltura, che è stato completamente tralasciato lo scorso hanno a Parigi durante la COP21:

“A differenza della COP 21, che ha ignorato completamente il tema dell’agricoltura, COP22 prenderà in considerazione l’argomento, anche se in modo marginale. L’assemblea discuterà infatti gli effetti del cambiamento climatico sull’agricoltura, senza tuttavia prendere in considerazione l’enorme responsabilità che l’agricoltura industriale ha su di esso”.

Slow Food chiede ai rappresentanti dei Paesi e delle istituzioni internazionali riuniti a Marrakech di tenere in seria considerazione il ruolo decisivo del sistema alimentare, per via delle sue profonde connessioni con il clima, senza relegarlo ai margini della discussione.

Il timore maggiore, espresso dalle Nazioni Unite, è che quanto stabilito dall’Accordo di Parigi non basti per contrastare i cambiamenti climatici nell’immediato e per mantenere l’aumento delle temperature davvero al di sotto dei 2°C. Secondo l’UNEP ci stiamo comunque muovendo nella direzione giusta dato che i Paesi responsabili di circa il 60% delle emissioni globali hanno ratificato l’Accordo di Parigi. Ora resta da comprendere come interverranno in concreto per la salvaguardia del clima e del Pianeta.

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Consulta e scarica qui l’Accordo di Parigi (in inglese).

Marta Albè

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