Ilva: il decretoi legge per riattivare la produzione. E lo stop del Tribunale?

La produzione industriale dell'Ilva di Taranto sarà riattivata nonostante il blocco stabilito dal Tribunale? A deciderlo sarà il Presidente della Repubblica, che oggi dovrà firmare o meno il disegno di legge approvato venerdì in cui si propone di togliere il blocco alla produzione stoccata e di riprendere le attività industriali dello stabilimento, nonostante il rischio ambientale e i gravi danni alla salute che questo comporta.

La produzione industriale dell’Ilva di Taranto sarà riattivata nonostante il blocco stabilito dal Tribunale? A deciderlo sarà il Presidente della Repubblica, che oggi dovrà firmare o meno il decreto legge approvato venerdì in cui si propone di togliere il blocco alla produzione stoccata e di riprendere le attività industriali dello stabilimento, nonostante il rischio ambientale e i gravi danni alla salute che questo comporta.

Pertanto, se il disegno di legge venisse promulgato, si creerebbe un vero e proprio conflitto istituzionale tra il governo e la procura di Taranto.

In attesa dell’esito di oggi, la magistratura tarantina sta analizzando il testo siglato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri per studiare una soluzione che sia in grado di garantire la salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente.

In pratica, con questa decisione, il Governo sta di fatto delegittimando un atto della magistratura, mettendo a rischio la salute dei cittadini:
Parlare sulle ipotesi è prematuro e scorretto” – ha fatto sapere nei giorni scorsi il procuratore, Franco Sebastio, ma intanto la complessità della situazione si evidenzia anche dalle dichiarazioni di Maurizio Carbone, segretario nazionale dell’Anm, il quale ha espresso seri dubbi sulla possibilità costituzionale che un decreto legge possa sospendere un atto giudiziario di sequestro preventivo “finalizzato a impedire il protrarsi di reati gravi che mettono a rischio la salute della collettività“.

Cosa succederà?
La prima ipotesi è che venga posta una eccezione di incostituzionalità alla Consulta e – in questo caso – il Tribunale del riesame dovrà decidere se rimuovere o meno il sequestro del prodotto finito e semilavorato, disposto il 26 novembre scorso.
In alternativa, la questione del conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato potrebbe essere portata in Corte Costituzionale, ma in ogni caso la decisione richiederà diversi mesi e nel frattempo il decreto entrerà in vigore. In sintesi, l’Ilva potrà ricominciare a produrre indisturbata.

Ma c’è di più, perché oltre a voler riavviare le attività, il governo ha anche fornito un alibi ai dirigenti dell’Ilva: “le bonifiche all’Ilva stavano partendo – ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini – ma il sequestro ha rinviato tutto. Si è dato un alibi all’azienda“.

Non dimentichiamo – ha aggiunto Carbone – che il provvedimento di sequestro degli impianti risale allo scorso luglio e che nei fatti non è mai stato eseguito, perché l’azienda ha continuato a produrre e non ha avviato alcuna azione di risanamento“.
Di diverso parare invece, il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera:
Mi auguro che i magistrati capiscano che i loro obiettivi e i nostri non confliggono, ma coincidono; c’è una volontà comune che è quella di tutelare la salute e di salvare il lavoro di tutti. Noi non vogliamo vanificare le sentenze dei Tribunali né ledere la maestà del potere giudiziario. Vogliamo solo trovare una soluzione condivisa, nel rispetto del diritto“.

Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, intanto ha assicurato che non c’è alcun “conflitto tra Governo e magistrati: siamo stati attenti a non invadere lo spazio dell’autonomia della Magistratura, ma abbiamo voluto trovare il modo per far sì che quanto indicato nell’Autorizzazione integrata ambientale sia rispettato davvero“.

Secondo il ministro, le indicazioni contenute nella nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale) “sono prescrizioni più rigide del passato, ed è determinante che per la prima volta siano state inserite esplicite indicazioni di tipo sanitario” cui seguirà “farà seguito un vero e proprio Piano salute per Taranto e la già annunciata costituzione dell’Osservatorio in raccordo con la Regione Puglia“.
E poi ha aggiunto: “il Governo farà tutto ciò che è nelle sue competenze per assicurare la svolta che da anni tutti chiedono e che assicuri contemporaneamente salute e lavoro senza cadere in un clima di contrapposizione“.

Ma intanto l’Ilva e le sue attività inquinanti e deleterie per la salute potranno essere ufficialmente riavviate in tutta legalità.

Verdiana Amorosi

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