Nucleare: chiusa per sicurezza la centrale di San Onofre in California

La centrale di San Onofre non riaprirà, almeno finché SoCal Edison non risolverà il problema che ha generato la fuga radioattiva

Usa, non riaprirà l’impianto nucleare di San Onofre, in California, chiuso lo scorso 31 gennaio a causa di una fuga radioattiva. Secondo un portavoce della Nuclear Regulatory Commission, una piccola quantità di gas radioattivo sarebbe davvero fuoriuscita all’interno di uno degli edifici della centrale. Si tratta di livelli di radiazioni “appena misurabili“, ma che hanno spinto le autorità della NRC a disporre la chiusura dell’impianto.

Secondo gli esperti della centrale, la fuga di radiazioni è avvenuta nei tubi del generatore di vapore del reattore 3 di San Onofre. Il sistema a vapore, protetto dall’esposizione alle radiazioni, è stato sostituito nel dicembre 2010. Gil Alexander, portavoce della NRC, ha detto che i funzionari dell’impianto hanno avviato un’ulteriore inchiesta per capire da dove abbia avuto origine questa fuoriuscita.

San Onofre era uno dei reattori ancora attivi negli Stati Uniti, ma sapete qual è la cosa più curiosa? Si trova proprio sull’area di costa più colpita dai terremoti. In queste zone, a Camp Pendleton, c’è anche una base del Corpo dei Marines, dove vivono 38.000 famiglie di militari, e altre 32.000 persone che lavorano lì ogni giorno, ciascuna delle quali esposta al rischio radiazioni qualora si verificasse un incidente nucleare.

Dopo il disastro del Giappone, la Nuclear Regulatory Commission ha aggiornato il proprio modello sismico e in un rapporto pubblicato di recente, ha rilevato che 96 reattori delle zone centrali e meridionali degli Stati Uniti si trovano nelle aree a più alto rischio sismico. Il rapporto indica parti del paese che non sono tradizionalmente viste come luoghi geologicamente attivi, tra cui Chattanooga, Tennessee, Savannah, Jackson, Mississippi, Manchester, NH, e Houston, in Texas.

Le principali aree metropolitane sono inoltre risultate pericolosamente vicine alle centrali nucleari, con ben 120 milioni di americani che vivono entro 50 miglia da un reattore nucleare, secondo quanto ha confermato la Union of Concerned Scientists.

Tuttavia, nel caso di San Onofre, è improbabile che la perdita abbia avuto a che fare con la sicurezza sismica e probabilmente il problema è stato provocato da attrezzature difettose. I funzionari intanto rassicurano la popolazione, sempre più impaurita all’indomani del terremoto del Giappone.

Dobbiamo avere garanzie di sicurezza prima di consentire il riavvio” ha detto il Presidente di NRC, Gregory Jaczko. Jaczko si recò in California per visitare lo stabilimento, che è stato chiuso, lo ricordiamo, lo scorso 31 gennaio quando un tubo rotto rilasciò del vapore radioattivo. Sebbene la NRC abbia confermato che la quantità di radiazioni rilasciate dal reattore 3, non abbia causato alcun danno ai lavoratori o al pubblico, i continui guai connessi all’impianto hanno sollevato preoccupazioni sulla sua sicurezza e la capacità di continuare ad operare.

Jaczko ha aggiunto che non sa ancora quando l’impianto potrà essere riavviato. In qualità di operatore responsabile dell’impianto, Edison International (EIX), deve ancora stabilire la causa o le cause del problema, elaborare un piano per risolverlo e attendere che la NRC approvi tali piani. “Devono dimostrarci che hanno capisto le cause e che hanno un piano per affrontarle, assicurando la salute e la sicurezza pubblica“, ha detto Jazcko.

Intanto, la NRC ha inviato una squadra speciale di ispettori per sorvegliare i test della SoCal Edison. Finora è stato appurato che l’eccessiva usura dei tubi sembra essere stata causata dalla vibrazione e dallo sfregamento contro i tubi vicini e contro le strutture di supporto all’interno dei generatori di vapore. Al momento, dunque, SoCal Edison starebbe lavorando per risolvere questo eccessivo contatto.

Francesca Mancuso

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