Nucleare: Veronesi e cento scienziati chiedono a Monti di ripensare al referendum

Due referendum non sono bastati a chi non vuole proprio arrendersi alla volontà popolare: dopo le dichiarazioni pre-referendum dello scorso anno, l'uomo che dormirebbe in camera con le scorie nucleari, ovvero Umberto Veronesi, torna all'attacco e invita il Presidente Monti a ripensare al nucleare e a rivedere il risultato della consultazione del giugno scorso in un documento firmato da 100 medici-scienziati dell'associazione Galileo 2001 , che lui stesso dirige.

Due referendum non sono bastati a chi non vuole proprio arrendersi alla volontà popolare: dopo le , l’uomo che dormirebbe in camera con le scorie nucleari, ovvero Umberto Veronesi, torna all’attacco e invita il Presidente Monti a ripensare al nucleare e a rivedere il risultato della consultazione del giugno scorso in un documento firmato da 100 medici-scienziati dell’associazione Galileo 2001 , che lui stesso dirige.

I risultati sarebbero stati infatti determinati solo da una “ondata emotiva” dovuta a Chernobyl prima e a Fukushima dopo, mentre servono “valutazioni realistiche ed un più attento bilancio, senza connotazioni emotive“, scrivono gli scienziati. E se in Italia non esiste “un adeguato e convincente piano nazionale di sviluppo energetico, che tenga conto della necessità di ragionare su tempi strategici affrancandosi da pregiudiziali che possano condannare precocemente progetti lungimiranti“, ecco che il nucleare può far al caso nostro, perché “l‘atomo conviene“. Soprattutto alle tasche.

Gli studiosi di Galileo 2001, poi, affermano con convinzione che “non esiste motivo ragionevole per dire ‘no’ al nucleare” e che “nessuna vittima ad oggi è dovuta alle radiazioni di Fukushima“, questa è la verità “che dovrebbe rassicurare sulle conseguenze di un incidente nucleare pur molto grave“, mentre a un anno dal disastro giapponese si deve “ancora constatare come l’attenzione massmediatica si rivolga sostanzialmente ad una sola delle conseguenze di una immane catastrofe naturale, con inevitabili ripercussioni sulla percezione pubblica“. Le preoccupazioni sui rischi legati alle radiazioni in Italia sono eccessive.

Per quanto riguarda l’incidente nucleare di Fukushima, è interessante notare –spiega Umberto Tirelli, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano e vicepresidente dell’associazione- che dopo l’accaduto la radioattività a Tokyo era sei volte minore rispetto a Roma. Ovviamente, per la salute è molto più dannoso l’inquinamento che proviene da petrolio e carbone rispetto a quello del nucleare ed è per questo che tutti i Paesi avanzati del mondo, Usa, Cina, India e Russia, stanno oggi costruendo nuove centrali nucleari“.

Parole che si commentano da sole, visto che così eminenti scienziati ed esperti sanno benissimo che i gli “innocui” effetti delle radiazioni insorgono anche dopo anni, basti pensare a Chernobyl dove, a distanza di decenni, i risultati dell‘incidente nucleare sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vederli e ricordarli. Caro Veronesi, anche gli esperti dell’AIOM – Associazione Italiana Oncologia Medica confermano che “un oncologo non può essere favorevole al nucleare” , perché “non esiste nulla di più cancerogeno delle radiazioni nucleari“… Non c’è niente a cui ripensare, pensavamo di essere stati abbastanza chiari: le centrali nucleari non le vogliamo! Lasciamole stare e puntiamo su energie alternative, poco inquinanti e che non presentano grandi rischi per la salute.

Roberta Ragni

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