È il cemento il nemico numero uno del “Mare Monstrum”

Un reato ogni mezzo chilometro di costa. Questo in sintesi quanto emerge dalle 73 pagine del dossier Mare Monstrum 2009 presentato da Legambiente questa mattina a Roma nel corso della conferenza stampa indetta per salutare la partenza della ventiquattresima Goletta Verde, salpata dal porto di Grado per scovare virtù e punti critici dei nostri mari.

Un reato ogni mezzo chilometro di costa. Questo in sintesi quanto emerge dalle 73 pagine del dossier presentato da Legambiente questa mattina a Roma nel corso della conferenza stampa indetta per salutare la partenza della ventiquattresima Goletta Verde, salpata dal porto di Grado per scovare virtù e punti critici dei nostri mari.

Scarichi illegali, cattiva depurazione, pesca di frodo, ma soprattutto calcestruzzo. Ad affliggere l’italico mare i problemi di sempre: un copione già visto tante volte, ma che non accenna a cambiare, anzi.

Dopo aver gioito per l’abbattimento dell’ecomostro di Palmaria, il sorriso scompare leggendo i dati divulgati nel rapporto che ogni anno fotografa gli illeciti commessi ai danni delle acque e delle coste italiane. Solo l’abusivisto edilizio nel 2009 ha fatto registrare 3.674 infrazioni e scattare ben 4.697 denunce con 1.569 sequestri.

Abbattere diviene la parola d’ordine per vincere la guerra contro il cemento abusivo che devasta le nostre coste e che nelle regioni del sud è diventato, negli ultimi decenni, una vera e propria piaga – ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente -. Scalfire questa situazione, spesso incentivata proprio dalle amministrazioni comunali compiacenti, in un quadro caratterizzato da assenza di regole, dominio della criminalità organizzata, condoni e sanatorie nazionali, diviene difficile senza un vero e proprio scatto di reni degli amministratori locali, a cominciare da quei sindaci che dovrebbero trovare la determinazione e il coraggio per dare il via alle demolizioni

Spazzare via gli ecomostri come unico modo per disincentivare nuove illegalità e la cementificazione selvaggia che continua a sfregiare i litorali con l’appoggio delle amministrazioni locali che, in molti casi, sono le prime ad osteggiare l’attuazione delle centinaia di demolizioni messe in calendario. Cinque, in particolare, quelle di cui Legambiente chiede l’abbattimento in via preferenziale L’hotel di Alimuri a Vico Equense (Na), le palazzine di Lido Rossello a Realmonte (Ag), Palafitta a Falerna (Cz), il villaggio abusivo di Torre Mileto (Fg) e la “collina del disonore” a Pizzo Sella alle porte di Palermo, un centinaio di ville abusive costruite dalla mafia negli anni ’70: questa la Top Five degli ecomostri su cui si batte l’associazione ambientalista.

Ma la cementificazione selvaggia non è solo ville e hotel sulla spiaggia: dagli accessi negati ai bagnanti dagli stabilimenti balneari, all’assalto dei nuovi porti diventati l’escamotage per urbanizzare la costa, proliferano gli abusi che deturpano l’ambiente e limitano il bene di tutti per l’interesse di pochi.

In generale includendo tutti gli illeciti, dal fronte degli scarichi, a quello della pesca di frodo crescono, le infrazioni accertate che arrivano ad un totale di 14.544, (+1,6 rispetto al 2007), in pratica quasi 2 reati a chilometro lungo i 7.400 di costa dell’Italia. Con la stessa percentuale di crescita anche le persone denunciate che da 15.756 arrivano a 16.012. Diminuiscono però i sequestri che scendono a quota 4.049 contro i 4.101 dell’anno precedente.

Al top della classifica dei reati stilata da Legambiente troviamo la Campania, con 2.776 infrazioni accertate dalle Forze dell’Ordine e dalle Capitanerie di porto. “Medaglia d’argento” per la Sicilia con 2.286 reati seguita da Puglia (1.577) e Calabria (1.435).

Per l’occasione sono state assegnate anche le cosiddette Bandiere Nere 2009, il vessillo recapitato a politici, amministrazioni e società che si sono contraddistinte nel perpetrare i crimini ai danni dei nostri mari.

Simona Falasca

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook