Asfalto anti-smog all’aeroporto di Malpensa

Smog e inquinamento si combattono anche "con" le strade. Non abbiamo sbagliato preposizione, perché a Malpensa si sta sperimentando, per la prima volta in un aereoporto italiano, Coverlite, un innovativo prodotto da pavimentazione che, ispirandosi ai processi della fotosistesi clorofilliana riesce a ridurre, assorbendole gli inquinanti del traffico

Smog e inquinamento si combattono anche “con” le strade. Non abbiamo sbagliato preposizione, perché a Malpensa si sta sperimentando, per la prima volta in un aereoporto italiano, Coverlite, un innovativo prodotto da pavimentazione che, ispirandosi ai processi della fotosistesi clorofilliana riesce a ridurre, assorbendole gli inquinanti del traffico.

Si tratta, in pratica, di una microemulsione polimerica a base di acqua additivata con biossido di titanio che viene applicata con tecnica a spruzzo nelle pavimentazioni e che, penetrando nelle macro e micro rugosità di quest’ultime, conferisce loro caratteristiche fotocatalitiche antismog. Il biossido di titanio, infatti, attraverso l’azione dei raggi UV del sole stimola una reazione in grado di trasformare i gas inquinanti in Sali.

Il progetto pilota che vede protagonista il terminal 1 dell’aereporto di Malpensa, ha coinvolto 18.000 metri quadrati di piste asfaltate trattate con Coverlite.

Siamo il primo gestore aeroportuale – dichiara Giuseppe Bonomi, Presidente di SEA – ad aver voluto la sperimentazione di questa soluzione innovativa nel combattere l’inquinamento, con una precisa preoccupazione anche per quanto avviene fuori dall’aeroporto. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti che ci fanno valutare positivamente la scelta fatta per migliorare la qualità dell’aria e dunque del nostro ambiente”.

Questo intervento fatto per la prima volta proprio in un aeroporto di Milano – aggiunge l’assessore alla Mobilità, Ambiente, Arredo urbano e Verde, Pierfrancesco Maran – dimostra la volontà del nostro Comune e delle sua società partecipata Sea di contribuire in modo concreto alla riduzione delle polveri sottili, con effetti benefici sia sul sedime aeroportuale sia al di fuori. Confidiamo in risultati positivi per valutare l’estensione di questa soluzione anti-inquinamento ad altri spazi e situazioni analoghe”.

Siamo rimasti piacevolmente colpiti dai risultati della sperimentazione: questo trattamento degli asfalti consente un efficace abbattimento di pericolosi inquinanti. – osserva Andrea Poggio, Vicedirettore Generale LegambienteÈ la prima volta che un prodotto “fotocatalitico” si sottopone a valutazioni sul campo, simili a quelle che si verificano nella gran parte delle strade urbane. Un abbattimento dell’ordine di grandezza del 10%, non consente solo di eliminare l’inquinamento di troppo, ma potrebbe aiutare sensibilmente a rientrare nei limiti di qualità dell’aria richiesti dall’Europa. In futuro si costruirà diversamente da quanto si è fatto fino ad oggi, anche le strade!

Il trattamento foto catalitico, nel filone importante della ricerca, si dimostra essere una soluzione vincente nel combattere l’inquinamento spiega Mauro Bacchi, direttore tecnico dell’Impresa Bacchi che produce il Coverlite Nessun provvedimento adottato dalle autorità competenti è in grado di ottenere questi risultati. Coverlite® è attivo immediatamente con un’efficacia duratura nel tempo. Un risultato mai ottenuto prima in Italia”.

“La verifica sperimentale in sito ed in laboratorio è fondamentale per poter valutare l’efficacia di una tecnologia e nello specifico di un prodotto è quanto afferma il Prof. Crispino, Direttore del Laboratorio Sperimentale Stradale del Politecnico di Milano – Nel caso specifico i test di laboratorio eseguiti dal nostro Laboratorio hanno confermato la presenza di una significativa azione fotocatalitica.”

La sperimentazione è servita a quantificare e determinare l’efficacia di questo nuovo prodotto. È così che sono state effettuate due distinte misurazioni, direttamente sul luogo – in cui verranno monitorate le concentrazioni di gas inquinanti presenti – e in laboratorio al fine di stimare l’effetto sulle concentrazioni degli ossidi di azoto dopo l’applicazione del trattamento nell’area arrivi del Terminal 1. Nel periodo di monitoraggio durato 8 settimane – 4 prima del trattamento e 4 dopo – è stato così possibile evidenziare l’effettiva riduzione di concentrazioni medie di ossidi d’azoto pari al 9% dalle rilevazioni effettuate in loco e un abbattimaneto del 43% risultato dai campioni fatti analizzare presso il Laboratorio Sperimentale Stradale della Sezione Infrastrutture Viarie del D.I.I.A.R. Politecnico di Milano.

Nel futuro la salute e il benessere delle nostre città dipenderà, dunque, anche dall’asfalto?

Simona Falasca

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