Blitz Greenpeace: metalli pesanti e sostanze cancerogene nel Santuario dei Cetacei

Balene davanti al palazzo della Regione Liguria a Genova. Non è un insolito spiaggiamento, ma gli attivisti di Greenpeace che hanno protestato questa mattina nel piazzale antistante la sede simbolo del Santuario dei Cetacei per chiedere al Governatore ligure Burlando di attivarsi per salvare l'area marina risultata gravemente inquinata di sostanze chimiche tossiche, come dimostrato dal nuovo rapporto presentato oggi dall'associazione Veleni a galla. Fonti inquinanti nel Santuario dei Cetacei.

Balene davanti al palazzo della Regione Liguria a Genova. Non è un insolito spiaggiamento, ma gli attivisti di Greenpeace che hanno protestato questa mattina nel piazzale antistante la sede simbolo del Santuario dei Cetacei per chiedere al Governatore ligure Burlando di attivarsi per salvare l’area marina risultata gravemente inquinata di sostanze chimiche tossiche, come dimostrato dal nuovo rapporto presentato oggi dall’associazione “Veleni a galla. Fonti inquinanti nel Santuario dei Cetacei“.

E così, due attivisti travestiti da Balene hanno portato rispettivamente al Presidente dalla Regione i messaggi “SOS SANTUARIO” e “CERCO CASA” richedendo anche l’intervento del presidente della Regione Toscana, Rossi. Gli altri guerriglieri dell’arcobaleno invece si sono incatenati a dodici bidoni con la scritta “danger” posizionati all’ingresso ed esposto lo striscione “SANTUARIO INQUINATO: ORA BASTA!“.

Stando ai dati pubblicati nel dossier, infatti le costi liguri e toscane sarebbero pesantemente contaminate da sostanze pericolose: oltre il 50% dei campioni esaminati è, infatti, risultato positivo ai test di laboratorio. Ma cosa è stato rinvenuto nelle acque che dovrebbero essere, invece, il paradiso per i cetacei nostrani? Metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e composti organici volatici cangerogeni. In particolare nella zona della Liguria dove i valori accertato sono oltre i limiti consentiti in quattro delle cinque fonti inquinate testate. Critica è la situazione presso l’acciaierie Ilva di Genova dove, ad esempio, in cui il triclorometano e il tetracloroetilene – entrambi cancerogeni – superano la soglia, come pure cadmio e zinco. Ma anche in Toscana la situazione non è positiva con ben 4 aree hot spot su sei campioni analizzati oltre i limiti di riferimento, special modo al porto di Piombino dove la concentrazione di benzo(a)pirene è 90 volte superiore ai limiti, ma anche nei pressi dell’acciaieria dove è stato riscontrato anche arsenico. Metallo questo rilevato anche a Vado Ligure, presso la foce del torrente Segno, all’Oasi dei Germani, non lontano da una località balneare.

Dai dati di Greenpeace, anche se preliminari e parziali, emerge un quadro molto grave che dovrebbe obbligare le amministrazioni locali e nazionali a intervenire con urgenza per salvaguardare ambiente e salute – commenta il dott. Valerio Gennaro, medico oncologo ed epidemiologo che lavora all’Istituto Tumori di Genova e membro di Medici per l’Ambiente (ISDE-Italia) – In tanti anni di ricerche è sempre più evidente il legame fra la contaminazione dell’ambiente da sostanze chimiche pericolose, l’insorgenza di malattie e gli enormi costi sociali ed economici associati“.

Ed effettivamente sono anni che Greenpeace monitora lo stato di salute del Santuario dei cetacei denunciando più volte il crescente degrado. Ad agosto dello scorso anno, ad esempio, ricorderete l’allarme delle sogliole tossiche nel Santuario lanciato con il rapporto “Veleni a galla”

Un anno fa, dal Salone Nautico di Genova, abbiamo chiesto alle Regioni di intervenire per salvare il Santuario – ricorda Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Se Liguria, Toscana e Sardegna vogliono davvero tutelare il Santuario, devono smetterla di rimpallare la responsabilità al Ministero dell’Ambiente e impegnarsi subito a definire entro giugno 2012 piani di monitoraggio e misure restrittive per mitigare e, laddove possibile, eliminare le cause principali di degrado, come l’inquinamento. Altrimenti dovremo pensare che non sono interessate a proteggere le balene, né la salute e l’economia dei propri cittadini“.

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