L’80% dei laghi italiani è fortemente inquinato. Il triste bilancio di Goletta dei Laghi di Legambiente

È inquietante il bilancio conclusivo di Goletta dei Laghi 2011, la sesta edizione dell'iniziativa di monitoraggio di Legambiente, che evidenzia ben 41 punti inquinati in 6 laghi italiani. Secondo Legambiente, non basta cambiare le leggi, bisogna anche applicarle e controllare che vengano seguite. “l’inquinamento resta” – ha spiegato l’associazione.

È inquietante il bilancio conclusivo di , la sesta edizione dell’iniziativa di monitoraggio di Legambiente, che evidenzia ben 41 punti inquinati in 6 laghi italiani. Secondo Legambiente, non basta cambiare le leggi, bisogna anche applicarle e controllare che vengano seguite. “l’inquinamento resta” – ha spiegato l’associazione.

E infatti, sui 41 punti critici rilevati dalle analisi dei tecnici di Goletta dei Laghi di Legambiente, 32 sono risultati fortemente inquinati, ovvero con una concentrazione di batteri fecali pari almeno al doppio del limite fissato per legge.

Anche quest’anno, i punti più inquinati sono quelli situati alla foce di fiumi e torrenti, sintomo evidente – ancora una volta – che l’inquinamento dei bacini lacustri deriva soprattutto dagli scarichi dei comuni dell’entroterra.

La maglia nera dell’inquinamento lacustre spetta al lago di Como, che ha le acque più sporche, a causa della carenza nei sistemi di depurazione. Il lago di Como si conferma infatti il luogo con il maggior numero di punti critici: ben 12 , ovvero 1 ogni 14 km di costa.

Ma a preoccupare sono anche l’alto lago d’Iseo, con 5 punti critici, mediamente 1 ogni 12 km, dove pesa la quasi totale assenza di depurazione della Valcamonica; segue il lago di Garda con 11 punti critici, in media 1 punto critico ogni 15 km; infine il lago Maggiore, con diverse criticità nel sistema di depurazione individuate in 7 punti, 1 ogni 24 km di lungolago. Meno peggio, ma comunque critici, i laghi di Lugano e Bolsena nel Lazio.

Con il passaggio della Goletta dei Laghi vogliamo mettere in luce lo stato di salute dei maggiori bacini lacustri italiani – ha detto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – I Laghi rappresentano ecosistemi fragili e molto sensibili alla qualità del territorio che li circonda. In queste settimane, perciò, abbiamo puntato il dito non solo contro la cattiva depurazione ma abbiamo acceso i riflettori anche sull’eccessivo consumo di suolo, sulla difficoltà di accesso alle spiagge, sul rischio idrogeologico, sulle captazioni eccessive e sulla pesca che sono elementi imprescindibili per l’equilibrio dei bacini lacustri e che spesso rappresentano la vera minaccia per questi ecosistemi. La campagna nazionale di Legambiente è anche l’occasione per promuovere le buone pratiche nella gestione del territorio e le località virtuose che si distinguono per l’investimento nel turismo attento al rispetto dell’ambiente, esperienze raccolte ogni anno nella Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano”.

Anche quest’anno Legambiente ha deciso di concentrare la sua attenzione sulle criticità che mettono in pericolo le acque dei laghi – ha aggiunto Giorgio Zampetti, portavoce della campagna di Legambiente e coordinatore scientifico dell’associazione -, segnalando ai cittadini e alle istituzioni le situazioni più a rischio. L’occhio critico della Goletta, nei suoi monitoraggi, ha avuto maggiore attenzione dopo il recepimento dello scorso anno della direttiva europea che ha permesso all’Italia di modificare in modo più permissivo i criteri e i parametri sulla balneazione che erano in vigore dal 1982. Ma non basta cambiare la normativa, il problema dell’inquinamento resta. Dobbiamo sanare in tempi brevi il deficit di depurazione per le acque superficiali del nostro Paese, anche per evitare le sanzioni pesanti minacciate dall’Europa con l’avvio della procedura d’infrazione per non aver rispettato la direttiva sulla tutela delle acque a causa del deficit cronico sulla depurazione”.

Facendo un rapido conto, secondo i dati forniti da Legambiente, versare in acqua il cambio olio di un ‘auto – ovvero circa 4 litri – significa inquinare una superficie grande come un campo di calcio.

Per questo, è importante promuovere le attività di raccolta differenziata, anche nel settore degli oli usati, tra i maggiori responsabili dell’inquinamento delle acque.

Verdiana Amorosi

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