Marea nera di Porto Torres: 54mila euro da E.On per risarcire il territorio di Sassari

54mila euro e uno spot tv su Rete 4: tanto vale la splendida Sardegna, e la zona di Sassari in particolare, rovinata all'inizio dell'anno (11 gennaio) dallo sversamento in mare dell'olio combustibile destinato alla centrale E.On di Fiumesanto (Porto Torres).

54mila euro e uno spot tv su Rete 4: tanto vale la splendida Sardegna, e la zona di Sassari in particolare, rovinata all’inizio dell’anno (11 gennaio) dallo sversamento in mare dell’olio combustibile destinato alla centrale E.On di Fiumesanto (Porto Torres).

Una marea nera tutta italiana, nei modi in cui è stata affrontata, nel silenzio in cui è stata avvolta e, ora, anche nei risarcimenti. Un’emergenza che ha totalmente colto di sorpresa uno dei principali player energetici del Paese, che non è riuscito a contenere il disastro e, anzi, ha ritardato ogni tipo di intervento. Gettando nel panico le popolazioni delle coste del nord Sardegna e rovinando splendidi paesaggi, arrivando persino a sfiorare il Parco nazionale dell’Asinara.

I sardi si sono così ritrovati improvvisamente, una mattina, ad avere sotto casa quel che fino ad ora avevano solo – per fortuna – visto in tv: chiazze di petrolio che macchiavano alcune delle acque più belle del mondo e una spiaggia, quella di Platamona, devastata dal catrame. E qui, il dilemma: denunciare l’incuria della multinazionale, che sfrutta i nostri territori senza curarsi delle conseguenze sull’ambiente, o tacere, in modo da non aggiungere al danno ambientale anche quello economico di una stagione turistica alle porte che rischiava di andare deserta?

La maggior parte dei media e, ahimè, anche dei sardi, decisero di non parlare: è una terra, la Sardegna, per la quale in diversi casi il turismo estivo rappresenta l’unica (o quasi) fonte di reddito annua. Comprensibile quindi l’omertà, ma decisamente difficile da condividere per chi, invece, vedeva in E.On non solo la responsabile del disastro, ma anche l’unica che avrebbe dovuto pagare, anche nel caso di una perdita economica dovuta a prenotazioni disdette e cattiva pubblicità.

Insomma, mentre si discuteva su come rimediare ai danni e su quanto far trapelare al di fuori degli occhi sardi (la diffusione della notizia si deve infatti a gruppi e comitati nati spontaneamente su Facebook e alle testimonianze delle persone che andavano a fotografare e filmare l’accaduto), le squadre di pulizia ingaggiate da E.On si son subito messe all’opera, in un lavoro certosino di pulizia di ciottoli, conchiglie e granelli di sabbia oltre che, ovviamente della superficie e dei fondali marini. Decine di uomini hanno lavorato giorno e notte, 7 giorni su 7, facendo quello che potevano per restituire quei luoghi ai loro abitanti.

Se effettivamente non ci sia più traccia di quel petrolio (lasciateci il beneficio del dubbio, a noi sassaresi che negli anni ’80 abbiamo conosciuto il catrame sulle spiagge lasciato anni prima da industrie poco attente alle più semplici norme ambientali) non è dato sapere, ma le spiagge sono state finalmente riaperte, per la gioia di cittadini e turisti.

Dopo il danno però, la beffa: E.On deve pagare, chiedono cittadini e istituzioni, e un primo cenno è stato il finanziamento della campagna pubblicitaria “Primavera in Romangia” del Comune di Sorso. C’è poi stato il silenzio davanti alla richiesta del sindaco di Sassari Gianfranco Ganau di contribuire alla sponsorizzazione della Dinamo, squadra storica del basket cittadino che, dopo una stagione ad altissimi livelli nella massima serie, rischiava di scomparire per problemi finanziari. Un gesto che, a detta del primo cittadino sassarese, avrebbe dimostrato la volontà di E.On di aiutare il territorio e la sua immagine, in cambio degli spazi concessi e del danno causato. Ma niente.

Pare che l’unico modo che la società energetica conosce per ripagare i suoi danni sia la pubblicità nella sua veste più classica, e questa volta lo fa con un investimento che, se non altro per esiguità e collocazione, lascia sicuramente perplessi: 54mila euro per un servizio televisivo dedicato al territorio del Sassarese e alle sue risorse marine sul canale Mediaset di Rete 4. I soldi (45mila+iva) serviranno in realtà per il contratto pubblicitario con la Publitalia 80 spa, concessionaria di pubblicità di R.T.I. Spa, e lo spot andrà in onda durante la famosa (?) e seguita (?) trasmissione “Pianeta Mare”.

L’accordo rientra nelle richieste fatte dal governo regionale, e sostenute dai governi locali, per incaricare E.On di rilanciare l’immagine turistica dei territori coinvolti nel disastro: basteranno questi pochi minuti su Rete 4 per risarcire ambiente e cittadini? Per ora sappiamo solo che i 45mila euro entreranno nelle tasche di Mediaset e la delibera con la quale il Comune ha accettato l’offerta non compare ancora sul sito ufficiale dell’amministrazione e non si è quindi in grado di quantificare con esattezza l’accordo. Non possiamo quindi far altro che augurarci che quelli finora attuati siano solo piccoli anticipi di un risarcimento ben più ampio.Eleonora Cresci

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