Referendum nucleare, Greenpeace scala i monumenti: “Italia ferma il nucleare”

Dopo lo striscione calato allo stadio Olimpico , Greenpeace sceglie il Colosseo per lanciare l'ultimo messaggio prima del referendum sul nucleare. All'alba di questa mattina, infatti, alcuni attivisti dell'associazione arcobaleno hanno scalato il simbolo di Roma e calato, dalla sommità del secondo ordine degli archi del Colosseo, lo striscione di 300 metri quadri con un appello chiaro e coinciso: “ITALIA, FERMA IL NUCLEARE. VOTA SÌ”.

Dopo lo , Greenpeace sceglie i principali monumenti italiani a Roma, Firenze e Venezia per lanciare l’ultimo messaggio prima del referendum sul nucleare.

Tutto è iniziato a Roma. All’alba di questa mattina, infatti, alcuni attivisti dell’associazione arcobaleno hanno scalato il Colosseo e, dalla sommità del secondo ordine degli archi del Anfiteatro hanno tirato giù lo striscione di 300 metri quadri con un appello chiaro e coinciso: “ITALIA, FERMA IL NUCLEARE. VOTA SÌ”.

Greenpeace, che non è la prima volta che si arrampica sull’Anfiteatro Flavio – lo aveva già fatto in occasione del vertice di Copenhagen nel 2009 – con questo gesto eclatante, stavolta non vuole protestare, ma “chiamare al voto tutti gli italiani perché adesso come mai siamo ad un soffio dal successo: fermare il nucleare in Italia ed aprire una nuova era di energie pulite e rinnovabili» commenta Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace. «Siamo qui al Colosseo, simbolo dell’Italia nel mondo, per chiudere una campagna che ha visto, come non succedeva da anni, una grandissima mobilitazione civile per difendere il diritto democratico di votare ed evitare al nostro Paese i rischi del ritorno al nucleare».

Anche i ragazzi dell’iniziativa “I pazzi siete voi” – usciti dal loro “rifugio antiradiazioni” dove hanno vissuto per 28 giorni come se fosse esplosa una centrale nucleare – hanno raggiunto i climber di Greenpeace e aperto un altro banner con lo slogan della loro protesta:“I PAZZI SIETE VOI. IL NUCLEARE NON È IL NOSTRO FUTURO“. Come ricorderete questi ragazzi hanno vissuto in questo periodo di protesta con finestre chiuse, niente cibi freschi e solo internet per comunicare e due di loro addirittura rinchiusi nel grande bidone costruito da Greenpeace di notte in segreto sul Pincio a Roma, diventato ormai “uno dei simboli più riconoscibili di questa campagna contro il nucleare. Il loro sito internet, unico strumento per comunicare con l’esterno ha registrato in questo mese grazie al passaparola sui social network, oltre 500mila visite e raccolto più di 1500 commenti.

«In questi 28 giorni, dal rifugio abbiamo chiesto a chi ci seguiva di mobilitarsi: scendere in strada, stampare i volantini e gli adesivi, convincere amici e conoscenti ad andare a votare. In tanti lo hanno fatto e vogliamo ringraziarli tutti. Ora toccava a noi scendere in piazza per urlare agli italiani che non vogliamo questo futuro. Andate a votare!» commentano i ragazzi.

L’azione di Greenpeace è poi proseguita a Firenze dove alle 9 di mattina è stato aperto uno striscione da Ponte Vecchio e concluso alle 10 a Venezio con un banner calato dalla sommità del Campanile di SAn Marco a Venezia.

«Abbiamo voluto lanciare il nostro ultimo messaggio prima del Referendum da tre luoghi simbolo che uniscono tutto il Paese. Con il voto di domenica e lunedì gli italiani possono scegliere di affermare unitamente la loro volontà di dimenticare il nucleare ed aprire una nuova era di energie pulite» spiega Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia. «Abbiamo scelto luoghi di evidente bellezza e significato per ricordare che è proprio questa bellezza che vogliamo difendere da un futuro dove incidenti come quello di Cernobyl e Fukushima possono diventare il nostro incubo».

Una conclusione eclatante, dunque per una campagna, quella di Greenpeace , schierato al fianco del Comitato nell’organizzazione di diversi blitz e iniziative per rimediare al black-out mediatico intorno al Referendum. “Una campagna difficile, che per informare gli italiani è stata costretta a servirsi del passaparola e di migliaia di iniziative spontanee nate su tutto il territorio. Siamo sicuri che questo fine settimana gli italiani sapranno scegliere il proprio futuro, andando a votare numerosi e garantendo il quorum“.

E noi, che pazzi non siamo, non ci faremo pregare non è vero?

Simona Falasca

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