Referendum 12-13 giugno 2011: tutte le posizioni del mondo politico e…spirituale

Bossi non voterà e neanche Berlusconi. Ma Fini e Napolitano hanno dichiarato che andranno alle urne. Ecco cosa ne pensano del referendum i rappresentanti politici

Oggi si chiude la campagna referendaria fatta di polemiche, boicottaggi e colpi di scena. Alla fine i piani del Governo di evitare il voto sul nucleare sono falliti e alle urne troveremo 4 schede. Ma alla fine, la maggioranza e le istituzioni politiche andranno a votare? Quali sono le posizioni dei partiti sui quesiti del referendum del 12 e 13 giugno? E il papa?

Bossi non andrà a votare per il prossimo referendum. A riferirlo è stato il capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Marco Reguzzoni secondo cui “Bossi non andrà a votare”. Spaccatture dunque in seno alla maggioranza, e anche all’interno della Lega visto che la decisione di Bossi di non partecipare al referendum pare non seguire la linea fino ad ora timidamente espressa dal suo partito. Secondo i più, si tratterebbe di un assist di Bossi a Berlusconi per frenare l’ormai inarrestabile treno in corsa verso le urne, un ultimo velleitario tentativo di boicottare il referendum sul nucleare, considerato inutile dall’esecutivo.

Silvio Berlusconi. Con sprezzo del pericolo, il Presidente del Consiglio, che non adrà a votare, ha dichiarato di non temere l’esito del voto: “Sentiremo cosa pensa l’opinione pubblica e ci adegueremo”.

Giorgio Napolitano. “Sono un elettore che fa sempre il proprio dovere” ha detto il Presidente della Repubblica. Almeno su di lui, possiamo fare affidamento.

Gianfranco Fini. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha già annunciato da tempo che non si asterrà dal voto e che, come molti italiani, il 12 e 13 giugno andrà ad esprimere la propria preferenza riguardo ai quattro quesiti previsti dal referendum: “Condivido la posizione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che sul referendum ha detto di essere un cittadino che ha sempre fatto il proprio dovere e che lo farà anche questa volta”. “Il presidente Napolitano – ha aggiunto Fini – vuole fare valere la partecipazione attiva del cittadino. È vero che i cittadini possono anche stare a casa però incentivare l’assenza di partecipazione vuol dire ‘non impicciatevi che decidiamo noi’. Io penso che ci voglia una partecipazione attiva”. Un invito spassionato a far valere il proprio diritto (dovere) al voto.

Renato Schifani. Il Presidente del Senato auspica una maggiore serenità dei toni in vista dell’ormai prossimo referendum: “Avverto una sensazione di ammorbidimento dei toni. Si parla ovviamente di materia referendaria ma spero fortemente che, dopo lo scontro politico delle ultime settimane, quando la politica ha toccato il massimo della velenosità, si possa trovare un confronto delle idee, pur nel contrasto parlamentare, e che si parli anche dei problemi del Paese”.

La Lega. Nonostante Bossi, sembra essere favorevole al , a favore dell’abrogazione, anche se “sulle consultazioni dei referendum la linea della Lega è la libertà di coscienza, ciascuno decide come meglio crede” ha detto Reguzzoni. All’interno del partito però sono a favore del voto i governatori del Veneto e del Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota. Pronti a votare SI. Il Presidente Zaia ha spiegato in merito: “Non ne ho mai fatto mistero, da parte mia, per i referendum sull’acqua e il nucleare, arriveranno altrettanti sì”.Cosa succede allora? Perché questo scontro? Ci limitiamo a porvi la domanda, senza fornire alcuna risposta.

Udc. Il leader Pier Ferdinando Casini, in merito alla fuga di Berlusconi di fronte al dovere di andare a votare, ha commentato: “Ce ne faremo una ragione. Lui non va e forse è la ragione per cui noi andiamo. Andiamo a votare per riconciliare la gente alle istituzioni e alla politica”.

Più compatta verso il Sì la compagine dell’opposizione, capeggiata da Antonio Di Pietro.

Idv. Antonio Di Pietro, promotore del referendum, usa toni stranamente moderati invitando democraticamente i cittadini a recarsi alle urne, anche se lo preoccupa la situazione che si è venuta a creare per gli italiani che voteranno all’estero. “Stando così le cose – spiega il leader dell’Italia dei Valori – non bisogna ottenere il 50 per cento dei voti più uno ma il 58 per cento, se si contano gli oltre tre milioni di italiani che vivono all’estero e che non possono esprimersi sul nuovo quesito del nucleare”. Continua: “Si potrebbe considerare valido quel voto anche se espresso sulla vecchia formulazione del nucleare”.

PD. Il Segretario del partito Pierluigi Bersani ha un diavolo per capello da quando Berlusconi ha deliberatamente dichiarato che non andrà a votare, ma si è limitato a rispondere: “Se non va a votare lui ci andranno gli italiani”. Ottimista sull’esito del referendum: “Vedo le difficoltà ma confermo che io sono fiducioso, come lo ero per le amministrative a Milano e a Napoli. La mia impressione è che siamo a un passo dal quorum, c’è uno sforzo da fare e bisogna incoraggiare la gente a votare per il merito dei quesiti”.

I Verdi. Invitano a votare Sì al referendum, facendo un simpatico paragone: “Che cos’hanno in comune Berlusconi e l’energia nucleare? Sono dinosauri cher appartengono al passato”. Inoltre, qualche giorno fa, i Verdi tramite Angelo Bonelli hanno citato quali potrebbero essere i siti già candidati ad ospitare le centrali nucleari: Montalto di Castro, nel Lazio, Palma di Montechiaro, in Sicilia, Oristano, in Sardegna, e infine Fossano, in Piemonte. Bonelli ha poi aggiunto: “Riusciremo a raggiungere il quorum quasi sicuramente”.

Il Papa. Anche Benedetto XVI ha detto la sua sul referendum. Secondo il papa occorre “adottare complessivamente uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie appropriate che salvaguardino il patrimonio della creazione e siano senza pericoli per l’uomo, devono essere priorità politiche ed economiche”.

Stefania Prestigiacomo. D’accordo col pontefice il Ministro dell’Ambiente, che con un comunicato ha fatto sapere: “L’appello del Papa a sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie pulite in grado di salvaguardare il patrimonio del creato ed essere senza pericolo per l’uomo è da condividere fino in fondo e da tradurre in pratica per chi ha ruoli politici. All’indomani dell’incidente di Fukushima, mentre il mondo si interroga sulle strategie energetiche, l’invito che giunge dalla Guida del Cattolicesimo deve essere assunto come uno stimolo ad un impegno sempre maggiore a ricercare soluzioni sostenibili per l’ambiente e in grado di fornire alle comunità l’energia di cui hanno bisogno per il proprio sviluppo”.

Francesca Mancuso

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