Referendum nucleare in Sardegna: la figuraccia dei Circoli dell’Ambiente di Fimiani

Figuraccia da parte dei Circoli dell'Ambiente che avevano annunciato la vittoria dell'astensionismo in Sardegna durante il referendum consultivo, a causa di dati errati sull'affluenza alle urne

La Sardegna ha detto NO al nucleare. I risultati del che si è svolto sull’isola fanno ben sperare, visto che il quorum del 33% è stato ampiamente superato. Basti considerare che il 98,14% dei cittadini sardi che si sono recati alle urne ha risposto SI al quesito: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?“. Ma i , presieduti da Alfonso Fimiani, avevano cantato vittoria troppo presto, osannando l’astensione al voto da parte dei sardi.

Il dato definitivo di una Sardegna chiamata al voto per le amministrative ci dice che meno del 50% degli aventi diritto si è espresso al referendum consultivo sul nucleare: se queste sono le premesse, il 12 e 13 giugno l’astensione consapevole prevarrà a larghissima maggioranza e doppierà il numero dei votanti”. Queste le parole di Fimiani all’indomani dei primi dati di affluenza di domenica, nonostante il quorum del 33% fosse stato già raggiunte. Forse un po’ frettoloso nel giudicare un fiasco il referendum sul nucleare.

E Fimiani continua imperterrido anche nel pomeriggio di ieri, quando già tutti i giornali e le agenzie di stampa battevano la notizia del quasi 60% di affluenza alle urne con un comunicato stampa in cui ancora sosteneva, nonostante l’evidenza che non si sarebbe raggiunto il fatidico 50%: “il risultato dell’affluenza alle urne al referendum consultivo sul nucleare che si è tenuto in Sardegna dimostra che il 12 e 13 giugno mai e poi mai verrebbe raggiunto il quorum e prevarrebbe l’astensione consapevole visto che meno del 40% dei votanti si è espresso sul nucleare e ciò nonostante la concomitanza con le amministrative”, successivamente i Circoli dell’Ambiente hanno inoltrato un comunicato in cui correggevano quanto detto in un primo momento, a causa dei“dati probabilmente sbagliati sull’affluenza alle urne”.

Solo in tarda serata, non appena sono stati diffusi i dati ufficiali o comunque era evidente a tutti il successo del referendum, i Circoli hanno fatto dietrofront inviando una nota di “errata corrige” in cui si appellavano alla difficoltà di reperire dati certi. A questo punto, quando ormai era sotto gli occhi di tutti la grande partecipazione del popolo sardo, Fimiani ha dovuto per forza di cose giustificare la cosa con la concomitanza del voto alle amministrative in diversi comuni che avrebbe favorito un “voto non consapevole”. Dice Fimiani: “È evidente che eravamo in possesso di dati probabilmente sbagliati sull’affluenza alle urne per il referendum in Sardegna. Abbiamo trovato enormi difficoltà a reperire le percentuali esatte, poiché su internet girano voci contrastanti che danno tale affluenza a meno del 50% o sopra il 60%. Sta di fatto che sicuramente tale dato è falsato dalle amministrative: molti erano i Comuni in cui veniva eletto il Sindaco e per quelle elezioni il dato è certo ed è il 75%, ben sopra il 50 od il 60 del referendum. Gran parte dei Sardi che non dovevano votare anche per scegliersi il Sindaco ha preferito dunque astenersi, mentre chissà quanti sono quelli che hanno votato con piena consapevolezza. Sarebbe interessante sapere qual è la percentuale di votanti risultante dallo scorporo di coloro i quali hanno votato anche alle amministrative“.

Calcolando che i sardi che hanno votato al referendum sono stati 880.171mila, pari al 59,49 per cento degli aventi diritto e che i comuni in cui si votava anche per le amministrative erano 97 su 377 di cui solo 3 capoluoghi di provincia su 8 (Cagliari, Carbonia-Iglesias o Olbia), non siamo proprio certi che sia andata così e che il popolo sardo abbia votato con poca consapevolezza.

Quel che conta è che il 12 e 13 giugno la maggioranza degli Italiani si asterrà” conclude Fimiani. Ma ne è proprio così sicuro?

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